lunedì 30 novembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TE DEUM LAUDAMUS…


È proprio il caso, come si diceva un tempo, di cantare un Te deum di ringraziamento per grazia ricevuta dall’Altissimo. E non siamo affatto blasfemi.
Cosa è successo? È presto detto: dopo solo tre denunce sul nostro blog, il Comune si è deciso a mettere a norma l’interruttore della famosa scritta filosofica Something happened di Nannucci. Ecco cos’è successo. In altre parole, anche in Comune sono intelligenti perché dopo appena tre volte riescono a capire e a dimostrare che l’uomo (ma anche la donna) può essere forse fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Oppure possiamo trovare un’altra spiegazione, laica e razionalistica, a tutto questo. Quale? La scritta Something happened è una profezia provata nei fatti: è stata scritta per dimostrare che non c’è mai da perdersi d’animo, che c’è sempre qualche speranza, che qualcosa può succedere da un momento all’altro.
Il Comune ha messo un quadro non a norma e ci ha così spinto a tre denunce pubbliche da questa colonna, solo per «mettere in sicurezza l’impianto» in un secondo (molto secondo, però) momento e far scattare la profezia del terzo millennio, il quinto segreto di Fatima: Something happened, qualcosa è successo davvero, il Comune ha saputo mettere in sicurezza quello che doveva essere in sicurezza sin dal primo momento. Meglio tardi che mai.
Peccato che tra meno di venti giorni tutto l’ambaradàn debba essere smantellato e che resteranno solo le opere d’arte di Nannucci sistemate alla Màgia (ma quali sono? I 6 cerchietti al neon colorati?). E peccato che, magari, se a far qualcosa di fuori regola è un cittadino – da un parcheggio vietato a un cartello sbagliato – la scure dell’amministrazione si abbatta subito senza pietà sul malfattore-contravventore (ma forse no, se ha qualche santo in paradiso o conoscenza negli uffici…).
Una volta un grande segretario comunale – che nessuno vuole più ricordare, ma che non ci spiace rammentare come persona competente, franca, incapace di fare del male con materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso –, un segretario comunale che sapeva incazzarsi, ma che capiva profondamente anche gli uomini, ci disse che, «entrare in Comune era come entrare in caserma: non c’erano le sentinelle in garitta, al portone, che servono a far stare il cervello fuori della caserma stessa, ma occorreva lasciare la ragione fuori dell’edificio» perché solo così si sarebbe potuti sopravvivere.
Quel segretario era il Dottor Giuseppe Guggino, con pregi e difetti, sì; ma che avrebbe risolto certi problemi, disguidi e irregolarità senza perdere tempo. La sua scrivania era un mucchio di filze e fascicoli, un ammasso di documenti. Forse non aveva la lucidità della estrema razionalità: ma permetteteci di dire che operai, impiegati e capiufficio stavano molto più attenti a quello che dovevano (diciamo dovevano come dovere di ufficio) fare e come farlo – e cioè subito, non dopo tre denunce su un blog e una sul Tirreno a firma di Marta Quilici!

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1 commento:

Anonimo ha detto...

"In questo posto dove si vive bene" è a norma solo quello che volgiono quegli della cosiddetta maggioranza.
Vergognatevi !!!!!!!!!!!!