Pistoia, 3 settemnbre 2008 - Sotto il suo crocifisso ligneo del Cristo sofferente e umano, Pistoia si è stretta per l’ultima volta attorno a Jorio Vivarelli. Nel caldo pomeriggio di ieri, alla chiesa della Vergine che custodisce una delle sue opere più conosciute, il grande scultore scomparso lunedì mattina a 86 anni dopo una lunga malattia ha ricevuto l’estremo saluto della sua città. Raccolti in silenzio, parenti, amici, artisti più o meno conosciuti, gente qualunque che aveva imparato ad apprezzare le sue creazioni, hanno ascoltato l’omelia del vicario della diocesi, Paolo Palazzi che della parrocchia è stato per tanti anni priore.
"Era il ’93 – ha ricordato – la chiesa era sottoposta a restauro e il crocifisso doveva essere trasferito nel palazzo vescovile. Il giorno del trasporto, Jorio era qui a seguire le operazioni, sofferente, quasi temesse che il Cristo potesse sentire male". "Questo è il figlio prediletto", confessò quel giorno a don Paolo, Vivarelli, solitamente avverso a stabilire una gerarchia fra la sua sterminata produzione artistica. Ponderando con cura le parole, il vicario ha poi ripercorso in pochi minuti la vita dello scultore di Fognano. "Jorio – ha detto – ha descritto in modo sublime le cose umane e in modo umano le cose divine. Le sue opere sono una risposta alla sofferenza che c’è nell’umanità. Caro Maestro, quante persone si sono fermate in questa chiesa di Michelucci, scoprendo forse la grandezza di Dio guardando il volto del figlio che avevi scolpito? Siamo tutti a piangere un grande artista che ha elevato il nome di Pistoia nel mondo intero. Grazie, Jorio per tutto quello che hai fatto".
Le frasi echeggiavano nella Chiesa colma di gente, ascoltate in silenzio da Giannetta, la moglie di Vivarelli. I gonfaloni di Provincia e Comune listati a lutto. A pochi passi un gruppo di alpini era venuto a rendere omaggio all’uomo che scolpì la ‘Penna mozza’ di fronte alla Casa del combattente di Pistoia ricevendo come compenso il cappello che ha poi voluto con sé nella bara. Nelle prime file e poi ancora dietro, tanti rappresentanti del mondo politico e delle istituzioni locali. Per tutti, il sindaco di Pistoia, Renzo Berti in un breve intervento ha voluto esprimere il 'sentimento di gratitudine' allo scultore che con un impagabile atto di generosità, nel 1999 costituì la Fondazione che porta il suo nome, donando alla città gran parte del suo patrimonio artistico. “Un gesto di attaccamento a Pistoia – lo ha definito il sindaco. Una manifestazione esplicita d’affetto. Anche per questo crediamo sia importante organizzare in modo premuroso occasioni di valorizzazione delle opere che abbiamo ricevuto in dono".
La salma è stata trasportata a Fognano nel piccolo cimitero vicino alla chiesa di San Martino, vicino al parco monumentale che Jorio Vivarelli realizzò vent’anni fa con tanta passione.
"Era il ’93 – ha ricordato – la chiesa era sottoposta a restauro e il crocifisso doveva essere trasferito nel palazzo vescovile. Il giorno del trasporto, Jorio era qui a seguire le operazioni, sofferente, quasi temesse che il Cristo potesse sentire male". "Questo è il figlio prediletto", confessò quel giorno a don Paolo, Vivarelli, solitamente avverso a stabilire una gerarchia fra la sua sterminata produzione artistica. Ponderando con cura le parole, il vicario ha poi ripercorso in pochi minuti la vita dello scultore di Fognano. "Jorio – ha detto – ha descritto in modo sublime le cose umane e in modo umano le cose divine. Le sue opere sono una risposta alla sofferenza che c’è nell’umanità. Caro Maestro, quante persone si sono fermate in questa chiesa di Michelucci, scoprendo forse la grandezza di Dio guardando il volto del figlio che avevi scolpito? Siamo tutti a piangere un grande artista che ha elevato il nome di Pistoia nel mondo intero. Grazie, Jorio per tutto quello che hai fatto".
Le frasi echeggiavano nella Chiesa colma di gente, ascoltate in silenzio da Giannetta, la moglie di Vivarelli. I gonfaloni di Provincia e Comune listati a lutto. A pochi passi un gruppo di alpini era venuto a rendere omaggio all’uomo che scolpì la ‘Penna mozza’ di fronte alla Casa del combattente di Pistoia ricevendo come compenso il cappello che ha poi voluto con sé nella bara. Nelle prime file e poi ancora dietro, tanti rappresentanti del mondo politico e delle istituzioni locali. Per tutti, il sindaco di Pistoia, Renzo Berti in un breve intervento ha voluto esprimere il 'sentimento di gratitudine' allo scultore che con un impagabile atto di generosità, nel 1999 costituì la Fondazione che porta il suo nome, donando alla città gran parte del suo patrimonio artistico. “Un gesto di attaccamento a Pistoia – lo ha definito il sindaco. Una manifestazione esplicita d’affetto. Anche per questo crediamo sia importante organizzare in modo premuroso occasioni di valorizzazione delle opere che abbiamo ricevuto in dono".
La salma è stata trasportata a Fognano nel piccolo cimitero vicino alla chiesa di San Martino, vicino al parco monumentale che Jorio Vivarelli realizzò vent’anni fa con tanta passione.
Simone Trinci, La Nazione, 3 Settembre 2008.
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