domenica 12 dicembre 2010

IL PUNTO (MASSIMO DELLA DISPERAZIONE)




49. LA LUNA DI BOLOGNA
Domenica 12 dicembre 2010

In questi giorni stiamo perdendo teNpo (come scrive il Sommo Proeta del Vernacoliere) dietro a interessanti pagine del sito ufficiale del nostro Comune. E una pagina in particolare ci colpisce, perché è sommamente indicativa della mentalità dei nostri eccezionali amministratori. Si tratta della pagina in cui si trovano tutti gli incarichi professionali che la Giunta SS(G) ha affidato a professionisti esterni.
Ci andrete direttamente cliccando su questo indirizzo che, polemicamente com’è nel nostro costume, intitoliamo Sperperi e Sprechi della Sabrina & C.
Del resto, se vi accontentate e vi fidate di noi, stamattina vi presentiamo tre cartelli con la stessa materia. Tre cartelli da cui potremo vedere che gli incarichi professionali affidati (ma si tratta solo di quelli dei “lavori pubblici”, sia chiaro) prevedono una spesa complessiva di ben 275.018, 74 € (= a 532.504726,8898 di Lire), dei quali 132.735,77 € (= a 257.012289,3779 di Lire) sono già stati liquidati.
Ci riserviamo, ovviamente, di tornare sull’argomento in maniera più analitica, specifica e irritante, ma intanto provate a pensare questo: abbiamo un Comune e certi uffici pieni di dirigenti, capufficio, istruttori amministrativi e tecnici forniti di fior di lauree e diplomi, ma affidiamo incarichi milionari a professionisti esterni per compiti che potrebbero essere svolti all’interno dell’istituzione stessa, destinando, magari, queste cospicue risorse (che, ripetiamo, non sono che una parte) a pensieri, parole e opere più utili.
Così si arriva a sprechi di conclamata oscenità. Ve ne diamo solo un esempio minimo, ma molto illuminante: il dottor Stefano Rossi (tabella 2) è incaricato di «consulenza per controllo manto erboso dello stadio comunale». Compenso previsto € 3.672,00 (= a 7.109.983,44 di Lire). La metà della somma è già stata liquidata.
Lo scorso anno il Sindaco non volle i fuochi d’artificio per il Settembre quarratino (spettacolo nemmeno a carico del Comune, ma dei privati) perché – disse – «in periodi di crisi si deve risparmiare»: non era morale spendere quei quattrini.
Qua, in Comune, la sua casa – la casa della legalità e della moralità – se ogni anno si pagano 7 milioni per l’erba, in dieci anni se ne pagheranno 70, di milioni, perché un agronomo venga a vedere lo stato di salute dei fili verdi. C’è da chiedersi provocatoriamente anche se ausculti le zolle del manto erboso con lo stetoscopio, ma, anche a voler essere buoni, la cifra che viene impegnata e spesa per quest’erba corrisponde a una spesa media di 70 € per 52 volte all’anno: esattamente il costo medio di una visita di un medico specialista dell’area di Pistoia. Non sarebbe più saggio far fare tutto questo a un qualsiasi vivaista concedendogli di mettere un suo cartello di sponsor allo stadio?
Tutto questo riporta alla mente l’aneddoto del padre, proprietario terriero emiliano, che manda il figlio a studiare e a laurearsi a Bologna e, dopo la laurea, lo va a prendere alla stazione, di notte. Il figlio scende e i due si avviano sul calesse verso casa, in mezzo alla campagna. C’è luna piena, il cielo è limpido e a un tratto, nell’albore, il brillante neodottore esclama: «Ma quant’è bella questa luna, papà!». Poi, dopo un attimo di silenzio, aggiunge: «Ma questa… è la stessa luna di Bologna?».

Lo sanno anche i muri che il babbo risponde: «Poveri miei quattrini, come li ho spesi male!». Bisogna essere la Giunta di Quarrata per ignorarlo (o non volerlo sapere)!

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