domenica 5 settembre 2010

IL PUNTO


35. UNA FONTANA PIENA DI…
Domenica 5 settembre 2010

Il punto di questa 35esima settimana del 2010 riguarda la fontana di Buren e le polemiche, a nostro avviso giuste, che ne sono nate.
È un punto in cui non mettiamo penna più di tanto: ci limitiamo a qualche chiosa, dopo aver fatto parlare alcuni dei protagonisti dell’artistica operazione e qualche dissidente.
Iniziamo dal Sindaco su La Nazione di ieri, sabato 4 settembre:

«Con questa sesta opera – ha detto il sindaco Sabrina Sergio Gori durante la presentazione – si amplia l’offerta di arte contemporanea alla Magia, e anche questa, come le altre, è stata interamente finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia».

Errato, Sindaco! Lo sai benissimo che per il Something happened di Nannucci hai speso più di 50mila euro delle risorse comunali che sarebbero meglio servite ai bisogni della popolazione, tipo la riasfaltatura della via di Montemagno.
E per questa fontana malata che brillerà di marmi pregiati, ma che, nel disegno, somiglierà a un’opera megalitica tipo Stonehenge, quanto ci butterai dei soldi dei Quarratini? Ce lo vuoi dire?

E ora tocca a Giuliano Gori, Vicepresidente della Fondazione Caripit, sempre su La Nazione di ieri.
Alla domanda dello Zampini se l’opera supera o meno i 200mila euro di spesa, ha risposto:

«Sì, ma solo per iniziare. È l’investimento più oneroso che Caripit abbia mai fatto nell’arte contemporanea».

Gori si vergogna perfino di dire quanto la Fondazione ha buttato in questa impresa per l’arte che – come lui stesso dice poco prima nel pezzo dello Zampini – «certe volte arriva con un po’ di anticipo», intendendo far capire che non è compresa dalla gente e che noi, comuni mortali, non siamo capaci di arrivare dove respirano il consiglio e l’assemblea della Fondazione (buon per loro!).
Peccato che Gori non voglia capire che la gente ha sempre capito artisti come Giotto, Leonardo, Michelangelo, Masaccio, Caravaggio, Giorgione o mille e mille e mille altri ancora – architetti (o architettori, come diceva il Vasari) compresi.
E così, per giustificare la scelta della Fondazione, ecco che Gori scomoda Prato ed Henry Moore: «Circa quarant’anni fa fu posizionata in piazza San Marco a Prato una grande opera di Henry Moore, sul momento anche deriso. Oggi nessun cittadino rinuncerebbe ad un monumento che è diventato l’emblema di quella città», ma il Vicepresidente si dimentica di dire – lo fa apposta? – che la mente umana ha la cosiddetta “capacità di adattamento all’ambiente”; è cioè in grado di digerire anche le macerie di Hiroshima senza farci caso, dopo un po’ di tempo…

Il prossimo a parlare è il dissidente Alessandro Cialdi, Udc, che interviene libero e sciolto con la voce del suo buonsenso capace di focalizzare perfettamente l’evidente discriminazione che questa Giunta democratica riserva ai cittadini rispetto a se stessa e alle proprie ‘artistiche’ scelte:

«Non intendo – ha dichiarato Cialdi – entrare nel merito del valore artistico dell’opera, ma nutro molte riserve sull’impatto ambientale che la stessa può avere, anche per dove viene collocata. Sono un tecnico di professione, quotidianamente sono costretto a rispettare vincoli riguardo alla costruzione di un tetto o di una finestra. Capisco che non sta alla Fondazione realizzare servizi ed infrastrutture, ma tante famiglie quarratine non sanno come fare ad arrivare alla fine del mese, la crisi è ancora forte. Messaggi da centinaia di migliaia di euro destinati all’arte contemporanea, che sarà apprezzata da gente di grande cultura, ma davvero poco popolare, in questo momento non trovo siano molto opportuni. Il fatto che il comune non spende niente, anche se è ancora da verificare, invita comunque a pensare che i soldi si potrebbero spendere anche diversamente».

Quello di Cialdi – che intanto dubita che il Comune non spenderà una lira… – è un intervento di alta precisione che svergogna la Sabrina e tutta la sua Giunta, a partire dal mistico/mitico Gaggioli, Assessore dei parcheggi a carico dei privati.
Ponderiamolo bene, questo intervento di Cialdi, e capiremo meglio. Non c’è un filo di polemica: c’è solo una verità vergognosa e inoppugnabile. Anche quando Cialdi parla della crisi e delle inutili spese per l’arte in un momento in cui la gente è – come vedete da un titolo odierno del Tirreno – in cassa integrazione.

In ultimo, facciamo ancora parlare l’architetto Gurrieri che, lette le critiche del nostro blog circa l’utilizzo della Màgia come villa da matrimoni e da foto, ci ha risposto con questa mail del 3 settembre scorso:

«Ho ricevuto, grazie, caro Niccolai.
Spero anch’io che vi facciano meno matrimoni e più cultura (alla Màgia, intende dire – n.d.r.). Non si può non essere d’accordo su questo. Ma non vi è qualcuno investito – a tempo – della gestione?
Ancora cordiali saluti,
Francesco Gurrieri»

Buona festa della Cintola, Quarratini!
Ma pensate anche a quanto inutile spèrpero e a quanta inammissibile superbia da veri provinciali con le ghette…

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