lunedì 20 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LE BESTEMMIE DELLA SABRINA


Sul suo blogghettino in bella calligrafia da brava studentessa, sabato scorso la Signora Sabrina ha pubblicato il suo augusto punto di vista riguardo all’attuale momento che sta attraversando il PD.
Sotto il titolo pseudo-umile di Quello che vorrei dal Partito Democratico il Signor peggio Sindaco di Quarrata si avventura in una serie di considerazioni che rappresentano l’esatto contrario della sua vita e del suo pensiero.
E allora vediamolo passo passo.

In questo periodo di preparazione ai congressi del Partito Democratico, vorrei anch’io fare alcune riflessioni, che spero possano diventare spunto per la discussione e il confronto, dentro e fuori dalle stanze del partito.

Una bellissima premessa, non ci sarebbe che dire, se la Sabrina fosse disponibilmente democratica e pronta a discutere, e ne desse testimonianza diretta ai suoi amministrati: ma a voi è mai capitato di doverci parlare? Lo sapete che il tempo medio di attesa è – Marta Quilici del Tirreno ne è testimone – di 17 giorni? E potete mai pensare che questa volontà di confronto e dialogo sia davvero sincera?

Dico dentro e fuori dal partito, perché quello che non possiamo permetterci di dimenticare è che i nostri elettori e simpatizzanti sono soprattutto fuori dalle stanze delle segreterie. Per questo dovremmo cercare di avere un approccio quanto più possibile “aperto” e disponibile ad ascoltare gli umori e, perché no, anche le critiche di chi ha votato e sostenuto il Partito Democratico e che ora magari attraversa semplicemente un momento di stanchezza e di mancanza di entusiasmo.

Ecco che la peggio Sindaca di Quarrata si accorge che gli elettori non stanno dentro le stanze del suo partito: peccato, però, che in tutti questi anni non abbia capito che non stanno nemmeno nel suo ufficio o nelle stanze della sua inaccessibile e blindata segreteria. Un po’ dura questa Signora Sabrina che riconosce la necessità di avere un approccio quanto più possibile “aperto” e disponibile ad ascoltare gli umori e, perché no, anche le critiche della gente. Vi risulta che ascolti la gente, l’egregia Signora Medico che parla per gli altri e non sa curare se stessa?

Non so quantificare questa situazione, ma certamente la sensazione, riconosciuta un po’ da tutti, è che ci sia bisogno di dare nuovo slancio alla nostra attività politica. Lo si fa indubbiamente ripartendo dal basso, dalle sezioni locali, dai circoli territoriali e, prima ancora, dalla gente comune; ma lo si fa anche individuando insieme una linea politica chiara e definita, che possa essere vero punto di riferimento per tutti.

Anche qui si notino le sbavate intorno alla capacità di ascolto e al rispetto per la gente: quel rispetto che Lei non ha mai avuto nei confronti dei suoi amministrati o dei suoi assessori (Burchietti ce lo ha fatto vedere bene). È tutto, questo Sindaco, fuorché una vera democratica, data la sua incapacità di ascoltare la gente comune, un difetto in cui, in questi anni, si è davvero distinta.

Dico questo perché sta diventando sempre più imbarazzante che all’interno dello stesso partito si prendano pubblicamente posizioni anche molto diverse sulle stesse questioni. Un esempio su tutti ha rappresentato il referendum sull’acqua pubblica, al quale alcuni deputati hanno aderito convintamene, altri non hanno aderito, altri ancora hanno espresso simpatia senza prendere una posizione chiara.

Ed ecco che, da buona Sindaca-Führer, la Sabrina si augura che il PD possa tornare ad essere quel monolito, quella lastra impenetrabile di acciaio che le servirebbe per poter dire di esprimersi in nome di tutti senza che nessuno potesse dire parola. Siamo di fronte all’espressione di un falso democratismo della più bell’acqua (trovarsi tutti d’accordo) che le permetterebbe di poter esprimere solo la sua opinione come opinione di tutti i suoi subalterni: quello che ha fatto e sta facendo anche in questo momento. La faccenda Magazzini, l’acqua bene comune, la fontana di Buren ne sono esempi di una evidenza tragicamente inoppugnabile. E il suo comportamento aggressivo e sprezzante nei confronti di Ciottoli? Rientra anch’esso nel quadro dell’umiltà dell’ascolto e della obiettività?

Prima di tutto, la chiarezza credo debba essere alla base della nostra proposta politica. Per questo è necessario sviluppare il dibattito all’interno del partito e fuori, per poi assumere posizioni definite, che esprimano in modo chiaro e diretto ai cittadini le nostre idee.

Sentite ora un’altra delle favolose bestemmie: chiarezza di proposta politica e dibattito dentro e fuori del partito. E allora perché no, democraticamente, anche al di fuori della sua stanza nell’amministrazione della città, chiamando anche le opposizioni a discutere delle scelte condizionanti per il futuro di Quarrata? Perché non sentire le voci del 51% dei Quarratini anche nel settore dell’edilizia? E invece il Regolamento fu spedito ai consiglieri pochi giorni prima della discussione e fu approvato senza ascoltare neppure una sola proposta di emendamento!

Questo ritengo sia il presupposto di partenza, l’obiettivo da raggiungere attraverso il nostro dibattito congressuale. Non possiamo continuare a far finta che non esistano posizioni diverse se poi queste si manifestano apertamente tra la gente, ma dobbiamo avere la capacità di discuterle per trovare un punto di sintesi, che superi le conflittualità esistenti, dando risposte concrete ai problemi sociali, del lavoro e dell’economia, senza dimenticare che non si possono affrontare i problemi di oggi coi metodi e gli strumenti del passato, ma che occorre essere capaci di interpretare le questioni in campo in modo innovativo.

Ascoltatela ancora, questa tenera margherita aperta al confronto! Quella che non fa mai finta di non vedere che esistono anche posizioni diverse; che non si rende conto che può parlare così soltanto chi, in tutta la sua vita e non solo nel suo partito, crede davvero nella necessità del dialogo e del confronto! Vedete che è davvero una santa?

In ultimo vorrei affrontare il tema del rinnovamento, tirato in ballo un po’ da tutti, ma che vorrei provare a declinare. C’è bisogno di un rinnovamento prima di tutto generazionale, perché penso sia giusto, necessario e doveroso investire sulle nuove generazioni, che sono il presente ma che possono diventare anche il futuro del nostro partito. È vero però che l’anagrafe da sola non può bastare, per questo sono convinta che il rinnovamento passi anche attraverso il tentativo di individuare persone “nuove”, che possano dare un contributo, sia in termini di freschezza di idee e che di compattezza, superando una volta per tutte gli steccati degli “ex” e le divisioni interne date dall’appartenenza ai vecchi schieramenti, per costruire insieme, per davvero, un partito nuovo.

Ed ecco la Sabrina lanciata verso l’apertura ai giovani, ma – subito dopo – pronta a mitigare la propria posizione riconoscendo che l’anagrafe non basta e che, quindi, qualche vecchio ci vuole (magari proprio Lei, la benefattrice di Quarrata) perché le cose vadano come devono…

Che pena, Signora Sabrina! Sei una bugiarda patetica. Smetti di bestemmiare. Tanto lo sanno tutti – e lo sappiamo anche noi – che i tuoi compagni di partito non ti sopportano più perché ti sei fatta Sindaco di te stessa e basta. Tacciono per non fare baccano (non sono ancora abituati alla vera democrazia…), ma non vedono l’ora che tu esca di scena con l’eutanasia di fine-mandato, per liberarsi di una mitissima bestemmiatrice che di sinistra non ha nemmeno l’unghia di un piede!

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