domenica 12 settembre 2010

IL PUNTO


36. FONTANA DI BUREN, DIRITTO E ROVESCIO
Domenica 12 settembre 2010

Accogliamo e pubblichiamo – come riflessione degna di questa rubrica settimanale – un intervento di Edoardo Bianchini, che può aiutare ad ampliare e arricchire l’orizzonte del dibattito sull’arte, su Quarrata e sulla sua amministrazione.
Bianchini, autore di vari volumi scientifici, strumenti di studio in università italiane e straniere, si interessa di informazione dal 1967 ed è giornalista professionista.
Ecco il suo pensiero.

Ieri, 11 settembre, La Nazione, con le due pagine dedicate alla fontana di Buren e costruite su Vittorio Sgarbi e sul Presidente della Fondazione Caripit, ha dato ai suoi lettori un rilevante contributo di idee per un esame approfondito di un fatto che, sinora assolutamente taciuto dal Sindaco, è diventato uno scandalo a livello provinciale e si avvia a diventare un problema di rilevanza nazionale se, come ha detto l’estroso Vittorio, l’avvenimento verrà segnalato anche al Ministero dei Beni Culturali e troverà un qualche ascolto.
Finalmente qualcuno che ha alzato la voce in controcanto – e che voce! – rispetto all’integrazione più integralista che passa dalle istituzioni in senso lato: a partire, come ha sottolineato Sgarbi, dalla Fondazione Caripit, al mondo dell’Università e, infine, al Comune di Quarrata, il cui Sindaco ‘muto’ non si è sinora scomodato neppure a tentar di rendere ragione del suo (secondo Lei) “indiscutibile operato”.
Hanno aperto la discussione interventi di semplici cittadini – in parte anonimi, in parte no: come Renata Fabbri, per esempio; o chi sta scrivendo questo commento –; ma ancor prima i politici, come Mario Niccolai (Fli-Pdl), Alessandro Cialdi (Udc) e Massimo Bianchi (Fli-Pdl). Tutti con una buona dose di buonsenso, se non vogliamo parlare di ragione.
La difesa della fontana di Buren era iniziata dal prof. Francesco Gurrieri, già Sovrintendente dei beni artistici della Toscana, poi ordinario di Architettura e preside della stessa facoltà nell’Ateneo fiorentino.
Dietro a Gurrieri era venuto poi lo stesso Vicepresidente della Fondazione Caripit, Giuliano Gori, che aveva sostenuto la soggettività della bellezza dell’arte; e aveva criticato La Nazione (senza citarla) per un titolo che aveva definito “brutta” la stessa decantata fontana. Tutto legittimo, per carità.
Ieri, a fianco di Sgarbi, è sceso in campo lo stesso Presidente della Fondazione Caripit, il professor Ivano Paci; ma lo ha fatto con un tono che non sembra aver eguagliato il fair play del suo Vice Giuliano Gori: «Se i nostri interventi a Quarrata non sono desiderati o graditi – ha scritto Paci in una nota –, ne dovremo tenere conto per il futuro». Le riflessioni su questa frase le facciano i lettori.
Ancora fuori resta, però, un aspetto non secondario che nessuno dei giornali affronta, ma che salta agli occhi di chi sa soffermarsi a guardare meno distrattamente: ed è il giro di uomini e di affari, che ruota intorno al “fenomeno arte”.
Venerdì 24 settembre prossimo, alle 17.30, presso la Fattoria di Celle, si svolgerà un evento particolare, la presentazione del volume di Renato Rinaldi, Tebaide (Nudo con le mani in tasca).
La Fattoria di Celle è sinonimo di Giuliano Gori. Per caso, fra gli interventi, è prevista la presenza del professor Francesco Gurrieri. Dunque si ha l’impressione che ci troviamo dinanzi a una società dell’arte ben strutturata.
Non ci meravigli, quindi (e non si meravigli neppure Sgarbi), se, in pochissimo tempo, il Comune di Quarrata – un ente che, con il suo Sindaco, non ho difficoltà a considerare uno dei meno trasparenti oggi sul mercato – ha ottenuto tutti i nullaosta e i permessi da Sovrintendenza, Genio Civile e altro; e se, senza dire niente a nessuno, il Sindaco ha parlato di questa costosissima opera – che io giudico alla stregua di Sgarbi: “abominevole” e figlia “di un artista, a suo parere privo di talento” – solo a cose quasi fatte.
Ci saremmo, piuttosto, dovuti meravigliare se Sabrina Sergio Gori ne avesse voluto discutere con l’opposizione (che rappresenta più del 50% dei cittadini) e con la popolazione stessa, visto che il Sindaco – dotato dei migliori requisiti individuati da Vittorio Sgarbi nelle istituzioni: e cioè la volgarità e l’ignoranza dove «per volgarità e ignoranza s’intende l’assenza di gusto artistico e di amore per il bello» – è lo stesso che, all’improvviso e a cose decise, ha informato il suo popolo di 20milioni di euro da spendere in Piuss che prevede ulteriori bellezze architettoniche quali una balena a bocca aperta da utilizzare come bagni pubblici nel cuore della città (e qualcuno dovrebbe indicare a Sgarbi anche questo, prima di un ulteriore danno) o una piscina da 5 milioni di euro che servirà a Uisp-Firenze per i propri interessi, ma che non darà certo risposte ai mille bisogni della gente di Quarrata che non ha acquedotti, fognature, metano e depuratori.
Quarrata ha molti problemi; alcuni che risalgono indietro nei decenni. Ma uno dei più gravi, se non il peggiore, è il governo di questo Sindaco che, circondato da assessori deboli e fragili o da funzionari molto accondiscendenti, in una sorta di irriverente alterigia, travolto da sogni di gloria e di grandezza, dimentico dell’idea del bene comune, sta sperperando e facendo sperperare risorse preziose in opere di assoluto abbruttimento della città e dell’ambiente.
Proprio così, perché, anche se questi 400mila euro (ma basteranno?) dichiarati da Ivano Paci fossero sufficienti alla costruzione della fontana, per tutto il resto il Comune dovrà aggiungerne molti altri, come i 50mila che servirono a sostenere la bella installazione Something happened di Nannucci – una scritta al neon in cui la Fondazione Caripit buttò 90mila euro e oltre, somma che, fra l’altro, si sente dire che è stata anticipata dal Comune, mentre la Fondazione stessa non avrebbe ancora provveduto alla sua rifusione.

Su questo, soprattutto, è necessario riflettere: altro che sull’idea rinascimentale, ma bislacca e anacronistica, del Genius loci della Màgia nel 2010!

Edoardo Bianchini

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1 commento:

Anonimo ha detto...

A parte Sgarbi, ma è mai possibile che i quarratini con la crisi che li attanaglia non dicono una parola?
Poverini i quarratini son come i bucatini!!.
Viva i mandarini!!!.
B.M.