sabato 25 settembre 2010
UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: POLITICALLY CORRECT TARGATO ‘SBARRA’
Quando si dice correttezza…
Ed ecco un esempio mirabile di questo politically correct offèrtoci – ieri sera, 24 settembre – dal Centro Culturale “Sbarra”, che aveva organizzato un incontro su «La riforma Gelmini: come è cambiata la scuola secondaria di II grado», tutta una serie di imprecisioni che mettono a fuoco lo spontaneismo un po’ cialtrone con cui si dà vita a certe iniziative.
Imprecisione, intanto, perché il tema riguardava, come si può vedere dal titolo, la scuola superiore (secondaria di II grado), ma relatrice iniziale (e, se è consentito, fin troppo prolissa) è stata Angela Desideri, dirigente scolastica della media di Agliana.
Imprecisione perché Alessandra Covizzoli, che faceva gli onori di casa, nel presentare Rita Flamma (definita sul volantino Preside del Liceo “Forteguerri” di Pistoia, ma in realtà ormai in pensione) si è dimenticata, nel rammentarne gli alti meriti, di ricordare alla platea anche una sua peculiare qualità, se non la più qualificante: quella di essere stata l’unica preside di Pistoia, e forse della Toscana, ad essere stata censurata, in tre gradi di giudizio, per comportamento antisindacale, cosa che non deporrebbe tanto a favore di chi, ieri sera, si è professata paladina della democrazia e del lavoro. Questa notizia i nostri lettori scettici la possono recuperare da un documento comparso, proprio ieri pomeriggio, sul blog di Andrea Balli; notizia a cui è possibile giungere direttamente attraverso questo link: Lettera di commiato alla professoressa Rita Flamma. “Il Forteguerri con lei un Lager in piena regola”.
L’incontro di cui parliamo, che si è svolto all’auditorium della Banca di Credito Cooperativo di Vignole dalle 21 in poi, è stato un esempio di come non si debba agire se si vuole informare e non indottrinare la gente.
Metodologicamente errata la scelta delle relatrici, ambedue dirigenti scolastiche, perché questa categoria è sradicata di per sé, data la sua funzione, dal mondo della scuola, ed è inserita, più direttamente, nel mondo dell’amministrazione: di quella burocrazia, vogliamo aggiungere, che parla solo di leggi, norme, decreti e circolari, con una rancida residualità di didattica che è la più aliena dal suo mondo se non sotto la prospettiva falso-donmilaniana che la scuola deve promuovere (non umanamente né culturalmente: più semplicemente passare la gente, tutta uguale come le schiere dei bravi bolscevichi di sovietica memoria – solo che la scuola russa, e anche quella cinese, sono state assolutamente selettive, feroci e spietate).
Metodologicamente errato anche far parlare le due signore praticamente senza contraddittorio.
In parole molto povere, è stato non come sentir parlare in un incontro per gente civile, ma predicare in una cellula di partito – come ormai pare che il Centro Culturale “Sbarra” sia, dimentico com’è della figura dell’eroe a cui si richiama, molto (fin troppo) cattolico e ben poco comunistico, almeno per quanto riguarda l’accezione del termine in relazione alla dichiarata ideologia della ex-preside Flamma.
La punizione per tutto questo era insita nelle cose stesse: un uditorio addormentato di una trentina di insegnanti equamente divisi – come sono parsi – tra leali sostenitori del soviet e fragili ascoltatori intervenuti solo per non sfigurare a causa di una loro eventuale assenza.
Due volti istituzionali in corso d’opera: l’assessore Gaggioli, che ha portato il saluto del Sindaco SS(G), impegnata altrove (forse alla cena della Mà[n]gia, dove casomai la presenza di TVL la aveva probabilmente attratta – in fondo la scuola è solo una bischerata, no?); e l’ex-assessore Franco Burchietti, in prima linea – ma rigorosamente staccato di qualche poltroncina dal suo ex-collega Gaggioli, uomo-professor di provata sabriniana lealtà.
Sì, insomma. Una serata moscina.
Ma, nei contenuti, un evento che avrebbe fatto incazzare il focoso e rubizzo Sbarra, che avrebbe dedicato a questa predica rossa un intero numero della sua ZANZARA.
E la scuola italiana? Ha fatto la figura – consentitecelo – di ciò che è: un dopolavoro per maestrine della CGIL.
Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
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