Ho aspettato qualche giorno prima di prendere carta e penna ed esprimere il mio pensiero sulla fontana di Buren alla Magia. Rasserenare il clima è la prima condizione per cercare di spiegare le ragioni di una scelta ed evitare che tutto si riduca solamente ad una crociata pro o contro qualcuno o qualcosa.
Abbiamo a disposizione un gioiello che fino a pochi anni fa era inaccessibile e che oggi è stato restituito alla città, che a sua volta lo mette a disposizione di chiunque ami il bello. Tutto è cominciato nel 2005 con Fabrizio Corneli e da lì è nata l’idea di valorizzare e caratterizzare la nostra Villa Medicea e Quarrata anche attraverso il contemporaneo, con esperienze ed opere di artisti, che hanno provato a interpretare lo “spirito del luogo” in cui lavoravano.
Così la Signora Sabrina il 14 settembre – e cioè a ben 15 giorni di distanza dalla comparsa della notizia sui giornali – cerca di giustificare il suo silenzio, la sua afasia, la sua sfingicità.
Ma Lei, come afferma, è persona che non si lascia prendere la mano dall’impeto: preferisce raffreddarsi per non lasciarsi trascinare da una integralistica visione dei problemi del pro e del contro, come, appunto, ha dimostrato in questi anni e, anche qualche tempo fa, con la vicenda Magazzini…
Lei non vuole crociate – come scrive – solo perché preferisce non fare prigionieri. E ricalca, nel suo solo apparentemente pacifico intervento, la falsariga dell’architetto Gurrieri: Abbiamo a disposizione un gioiello che fino a pochi anni fa era inaccessibile e che oggi è stato restituito alla città, che a sua volta lo mette a disposizione di chiunque ami il bello. La Màgia era questa anche secondo l’ex-sovrintendete ai beni artistici della Toscana: un bene recuperato alla fruizione della gente. Non la pensa così Sgarbi e non lo pensiamo neppure noi.
Oggi è il Presidente della Fondazione Caripit a parlare su La Nazione, recriminando sul fatto che non gli è stata pubblicato per intero il suo esteso intervento a sostegno della fontana.
Lo facciamo noi per permettere a chiunque di farsi un’idea assolutamente completa delle parole – molte anche inutili e strumentali – che sono state spese.
Ecco il testo.
Alle Redazioni di:
Il Tirreno, La Nazione e TVL
Con preghiera di pubblicazione/trasmissione
Il Tirreno, La Nazione e TVL
Con preghiera di pubblicazione/trasmissione
Ancora una volta, un intervento della Fondazione con un’istallazione d’arte contemporanea (la scultura-fontana [ci vuole del coraggio a definirla tale – n.d.r.] di Daniel Buren) nell’ambito della Villa La Magia, ha suscitato aspre critiche da parte di alcuni cittadini ed esponenti politici.
Come nella precedente occasione, ritengo opportuno intervenire in merito, non per attribuire torti o ragioni, ma con l’unico intento di fare chiarezza, ferma restando la libertà delle opinioni e dei giudizi.
Il tono e il contenuto delle critiche sollevate richiederebbero un discorso lungo e articolato, che cercherò di sintetizzare in alcuni punti.
Il primo riguarda il progetto generale riguardante Villa La Magia.
La scelta di collocare in quel magnifico contesto alcune installazioni di arte contemporanea, è una scelta dell’Amministrazione Comunale che data ormai da qualche anno ed ha già trovato alcune importanti realizzazioni.
Trattasi di un ambizioso progetto pluriennale, sottoposto alla Fondazione e che questa ha ritenuto di condividere, convinta in tal modo di concorrere a valorizzare l’immagine di Quarrata e migliorare l’attrattiva turistica del territorio.
L’operazione può non esser condivisa, ma ha una sua forte motivazione; e comunque, per quanto riguarda la comunità quarratina, va discussa nelle sedi opportune [cosa che il Sindaco non ha mai fatto e non fa mai – n.d.r.].
Il secondo punto concerne la scultura-fontana in discussione.
Daniel Buren è uno dei massimi artisti contemporanei a livello mondiale: non è difficile documentarsi al riguardo.
Il giudizio estetico sull’opera è quanto meno prematuro ed è naturalmente opinabile.
Tuttavia il riconoscimento universale goduto dall’autore, attribuisce di per sé all’opera un significativo valore culturale e patrimoniale.
La scelta del sito è avvenuta di concerto fra Amministrazione, Fondazione e artista, venuto appositamente a Quarrata per ottenere il miglior connubio fra l’ambiente naturale e l’opera ad esso destinata.
Trattasi di un’opera fortemente pensata e strutturata che ha richiesto un grande impegno per la scelta dei materiali e delle soluzione tecniche necessarie ad una perfetta realizzazione; e comporterà una spesa, a carico della Fondazione, certamente elevata, intorno a 400.000 euro salvo consuntivo.
Questo aspetto porta al terzo ordine di critiche, piuttosto facili e al limite un po’ demagogiche, centrate sulle preferibili destinazioni alternative che potevano avere le risorse finanziarie assorbite dall’opera, tenuto conto delle esigenze e dei disagi provocati dalla crisi.
L’argomento è di facile presa, ma esso vale per qualunque impiego discrezionale di risorse non destinato alle suddette esigenze.
Potrei spiegare che la gestazione del progetto di Daniel Buren risale ad alcuni anni addietro, quando la crisi non c’era (eppure qualche bisognoso c’era anche allora!), ma non voglio eludere il problema, da me trattato peraltro anche nella mia risposta alle critiche, similari, generate lo scorso anno dall’opera di Nannucci.
Come la Fondazione destina le proprie risorse, risulta con chiarezza dai bilanci annuali, consultabili sul sito web, illustrati ogni anno in un’apposita assemblea pubblica aperta a tutti, o inviati a chiunque ne faccia richiesta.
Nel Bilancio di Missione sono fra l’altro indicati “tutti” gli interventi deliberati, con indicazione del destinatario, dell’importo e del contenuto.
Da lì si potrebbe vedere, ad esempio, che la Fondazione, nel territorio di Quarrata, ha finanziato dal 2005 al 2009, diciotto progetti per un importo complessivo di quasi 1.300.000 euro, di cui oltre un milione destinati ad attività sociali e di volontariato, per il servizio alle persone e ai loro bisogni; e prima del 2005, solo per l’amministrazione comunale, altri dodici progetti per oltre 400.000 euro.
La Fondazione partecipa ed è disposta a partecipare in futuro alle iniziative di sostegno a favore delle persone e delle famiglie più colpite dalla crisi; ma non ha gli strumenti né le informazioni per farlo da sola direttamente in via autonoma; senza dire che, per legge e per statuto, non può fare erogazioni a favore di singole persone o famiglie.
Noi rispondiamo a progetti presentati da enti e/o associazioni, che siano rivolti ad una pluralità di destinatari aventi determinate caratteristiche; ma queste sono cose che ripetiamo e scriviamo da anni, in tutte le sedi possibili.
Per concludere: noi abbiamo ritenuto di fare cosa buona e utile per Quarrata in risposta ad un programma prospettato non da un privato ma dai suoi legittimi amministratori in carica; la dialettica politica fra sindaco, giunta e opposizione non ci riguarda, in quanto la Fondazione tiene solo rapporti istituzionali.
Peraltro, ed in ultimo, se gli interventi della Fondazione a Quarrata non sono desiderati o graditi, ne dovremo tenere conto per il futuro.
Rinnovo la mia disponibilità ad ogni ulteriore chiarimento che fosse ritenuto opportuno.
Ivano Paci
Presidente Fondazione Cassa di Risparmio
di Pistoia e Pescia
Presidente Fondazione Cassa di Risparmio
di Pistoia e Pescia
E ora ognuno giuidichi da sé.
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