UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: MATRIMONI, FOIBE, ARGINI E SFACCIATA OMERTÀ

Le ultime parole famose di Marini in consiglio, dopo l’acquisto della Màgia, furono: «Non crederete mica che abbiamo comprato questo monumento per farci fare i matrimoni?». E in parte il caro Stefano, presidente del Parco Verde e della Spes (non speranza cattolico-cristiana, ma case popolari, da cui trae un cospicuo onorario), aveva detto la verità, perché alla Màgia si fanno anche meeting, incontri e chissà cos’altro. E alla fine dell’anno – guardate quello che dice Marta Quilici – i risultati sono eccezzionali: la doppia zeta ce l’abbiamo messa apposta proprio per sottolineare con enfasi la straordinarietà dei ricavi.
La Màgia riesce a far confluire nelle casse del Comune anche 55mila euro l’anno: quasi quanto il fatturato degli Uffizi di Firenze, gente! Peccato che, a fronte di questi succulenti introiti (c’è da credere che gli amministratori PD siano un po’ down sotto il profilo dei conti economici), le uscite non vengano mai opportunamente pubblicizzate dalla Dama della Trasparenza, l’Illuminata imperatrice di Quarrata, Nôtre Dame del Comun.
Fa una tenerezza rabbiosa vedere che si affanna a far sapere che adeguerà le tariffe dei matrimoni agli indici Istat. Vi immaginate un incremento del 3,6% a che sgravio di spesa porterà per i Quarratini? Un calcolo? Nemmeno 2mila euro in più, per l’esattezza dovrebbero essere 1.980 su 55mila: insomma, una pisciata in mare, una lacrima in un oceano.
Gli amministratori di Quarrata sono questi: gente che gioca con gli spiccioli e che butta via fiumi di quattrini dalla finestra in cose del tutto irrilevanti per l’utilità comune e i servizi indispensabili. Tant’è che quei 55mila euro della Màgia, èccoteli bell’e fumati come uno spinello solo per sistemare, sempre alla Màgia, sei palle al neon di Nannucci (opera fondamentale anche un domani, quando sbarcheranno gli alieni e ci sarà da intavolare un discorso interculturale) e una scritta di tubi blu sul cui significato nessuno riusciva a capire chiaramente un tubo: Something happened.
Ci scusino gli amici cronisti, ma sbagliano anche i giornali a dare credito a queste stronzate senza senso, quando i problemi di Quarrata – come quelli del mondo – sono davvero altri e più seri.
Intanto oggi a Quarrata si ricordano le Foibe e leggetevi cosa ha scritto la Vannelli per la Sabrina: «Queste vicende – sottolinea il Sindaco Sabrina Sergio Gori – sono pagine orribili della nostra storia e hanno lasciato ferite profonde. Il modo migliorare per onorare queste vite spezzate è dimostrare di aver appreso tutti la lezione della storia, affinché tutte le donne e gli uomini possano vivere in un mondo in cui i diritti umani siano garantiti, nel rispetto dei valori della vita e della giustizia. E’ importante ricordare ai giovani che lavorare per la pace, la riconciliazione, la libertà ed il rispetto delle persone è un dovere».
Siamo ancora una volta dinanzi a una antologia di stupidaggini banali e di sottocultura da circolo delle piccole donne. Non c’è un’espressione che non sia scontata, convenzionale, frusta, logora, retorica e vuota come un bombolone fritto e ripieno d’aria. La grande città è questa? Allora Dio ci salvi.
Ma il bello non è ancor giunto.
Dopo il no alla questione morale di lunedì scorso, oggi ci sarà il no ai problemi degli argini. Si riuniscono le commissioni e si assisterà al solito braccio di ferro: tutti d’accordo a cambiare le cose, compagni: ma quelle degli altri, non le nostre; quelle che tornano comode a noi, non quelle che tornano comode ai Quarratini.
Pensate solo a cosa è successo a quella signora che denunciò il comportamento di Magazzini: azzittita. Forse intimidita? E poi diteci se non siamo anche qui, nella città delle cicogne, in una piccola Auschwitz, in una foiba fatta di buio profondo, di reticenza, di ignominia dei diritti della gente. Dite se anche qui non siamo a Corleone.
Finirà che dopo stasera, con la sua solita finezza cattolica, Gaggioli dirà a tutti: «Ma non mi rompete i coglioni!»
Qual è la differenza dal fascismo, scusate?

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[ancora per essere provocatori!]

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