Nolenti o volenti è proprio così, elettori della sinistra PD. In poco più di un mandato e mezzo il Sindaco Sabrina Sergio Gori ha disfatto il partito, lo ha spaccato in due, lo ha cacciato in un dissidio interno che non può che portare a una tragica frantumazione.
Ci vuole poco a capirlo. Basterà osservare il cartellone e le foto che accompagnano la “pregiata effigie” della Signora Sabrina.
Mentre in prima posizione si trova Franco Burchietti, ultima vittima dell’autoritarismo sovietico (peraltro ex-DC) della Sabrina, il cosiddetto “Sindaco di se stessa”, ecco Renata Fabbri che, partita da un’esperienza margheritina che la aveva portata ed essere il capogruppo dell’omonimo schieramento durante il primo mandato sabriniano, oggi UDC è, più giustamente, approdata a sponde in cui non troverà quella chiusura che le fu riservata in passato dalla Signora SS.
Renata Fabbri era troppo seria, anche grazie alla sua antica militanza DC, per adeguarsi alle bizze e alle decisioni isteriche di un primo cittadino che crea il mondo e Quarrata a sua perfetta immagine e somiglianza, e a dispetto di tutti.
Dopo la Fabbri ecco Andrea Bagattini, oggi CittàPerTe, ma di estrazione DS. Fu, nel primo mandato Sergio Gori, capogruppo del suo partito. Anch’egli si defilò prendendo le distanze da un Sindaco che evidentemente giudicava inaffidabile. L’esperienza di Bagattini candidato-Sindaco di una lista civica non è riconducibile all’ambizione personale: è troppo equilibrato e capace per gettarsi in avventure velleitarie di questo genere, più appropriate – se mai – alla Signora Sabrina.
Questi tre personaggi – Burchietti, Fabbri, Bagattini – non sono un puro caso, ma una catena di eventi che indicano, a chi sa leggere il linguaggio della politica, un percorso assolutamente indicativo di una personalità e di una mentalità che davvero guarda solo a sé stessa, anche se, per farlo, deve distruggere tutto quello che incontra sul suo cammino.
L’analisi del comportamento del Sindaco, dall’inizio del suo secondo mandato fino agli ultimi eventi, è a dir poco agghiacciante. Rivediamolo in breve.
Sabrina Sergio Gori esce fuori dal ballottaggio per una manciata di voti, 169, ottenuti con una operazione di rastrellamento sul territorio operata con autobus che andavano a raccogliere gente come studenti con uno scuolabus.
Una volta insediata, si sceglie una giunta debole perché la legge elettorale – così congegnata dalle riforme delle sinistre al potere – le consente di essere padrona di tutto – un vero pericolo il potere nelle mani di chi non sa moderarsi.
Accanto a Mazzanti e a Burchietti, piuttosto ben connotati politicamente, escono fuori figure inconsistenti come Milaneschi e Nannini; un compromesso ad ogni costo è Vincenzo Mauro (in odore di prossimo allontanamento…); due signori, infine, Gaggioli e Dalì, che si mostrano immediatamente addestrati all’ossequio della “kapo”.
Col passare del tempo anche Mazzanti inizia un progressivo processo di adeguamento: flessibile e capace di tirarsi da parte, si sente ripetere che sta facendo qualche pensierino (ma con quante possibilità?) alla poltrona numero uno nel dopo-Sabrina. Pensate che non prende neppure posizione sulla vicenda-Burchietti, un esempio concreto di mobbing politico da parte del Sindaco Illuminato.
Nessuno, in Giunta, esce con una propria posizione sull’assessore falciato: la Sabrina – lo sanno anche i muri, perché anch’essi hanno orecchie – minaccia tutti, tiene tutti fortemente per quelle “cose” che piacciono tanto all’Assessore Gaggioli quando invita le opposizioni a… levarsi di torno.
Il Coordinamento comunale del PD è ridotto al silenzio come tutto lo schieramento consiliare allorquando, per la questione Magazzini, la Signora SS, con una raffica di messaggini, dà l’ordine «guai a chi parla, risolvo tutto io!». E la soluzione la avete vista, elettori anche della sinistra.
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E dunque, al di là di qualsiasi considerazione e calcolo, da questo blog oggi invitiamo la vera anima del PD, quella più aderente e più pronta, per tradizione etico-politica, a pensare alle necessità della popolazione e al bene comune, a riflettere su chi sta sedendo sulla poltrona di Sindaco; a riprendere il timone di questa barca senza nocchiero, che non si sa verso dove faccia rotta; a sfiduciare un Sindaco che sta facendo a Quarrata tanti danni quanti non ne hanno fatti, tutti insieme, i Sindaci che si sono succeduti a palazzo.Sappiamo bene che l’ala più razionale e di buonsenso del PD è in crisi per questa “scheggia impazzita”.
Ad essa noi rivolgiamo un appello perché intervenga prima a contrastare e poi a bloccare lo scempio a cui i cittadini sono costretti ad assistere ogni giorno.
Per il bene di tutti.
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1 commento:
La SSG è il vero sindaco di Quarrata, Quarrata inteso come centro, bisogna cari cittadini delle Frazioni, organizzarsi e ogni frazione faccia le proprie elezioni per eleggere il proprio sindaco di frazione, altrimenti per altri 20 anni saremo dimenticati dai vari sindaci di "Quarrata" che si succederanno al trono dell'Impero.
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