martedì 16 febbraio 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: IL PAESE DELLA «INCERTEZZA DEL DIRITTO»


I giornali di stamattina riportano una notizia che farà certo piacere a tutti gli antinceneritoristi e ai vari comitati sia della Piana che dell’area pratese. Tibo e il Cis vengono rinviati a giudizio e domani compariranno dinanzi al giudice.
C’è da immaginare una grande soddisfazione da parte della gente che vive sotto gli scarichi del contestatissimo inceneritore, creatura che ha compiuto una trentina di anni e che – sotto il profilo tecnologico – è ovviamente arretrata come tutte le strutture dell’epoca.
Prudentemente (questo è segno non di disaccordo, quanto piuttosto di pessimismo nei confronti di una giustizia che in questo Paese non riesce quasi mai a dare il meglio di sé se non nell’incertezza del diritto) noi titoliamo con un punto interrogativo finale e con dei puntini di sospensione. Sotto il pezzo della Nazione inseriamo un sommarietto in rosso in cui, polemicamente, facciamo il punto, molto sintetico, della tesi della difesa, sostenuta da una ‘principessa’ del foro pistoiese, l’avvocatessa Cecilia Turco.
In buona sostanza sia Tibo che il direttore dell’inceneritore si stringerebbero nelle spalle e direbbero che la colpa è stata tutta della ditta fornitrice dei filtri per i camini.
In Italia è sempre colpa degli altri. È l’etica di un popolo che, abituato alla confessione, finisce sempre con l’attribuire le proprie colpe a cause esterne: si parte da lo spirito è forte, ma la carne è debole, per giungere, giù giù, fino alla famosa spiegazione comunista del 68 ma il discorso è un altro e sta a monte; si arriva, infine, alle ditte, accusate di fornire materiali scadenti: per questo cadono i ponti delle autostrade e le case dello studente dell’Aquila. E quello che in L’uomo della pioggia (The Rainmaker, 1997, Francis Ford Coppola, tratto dal libro omonimo di John Grisham) viene alla fine smascherato, cioè l’inganno del potere, in Italia non arriva quasi mai a sanare, dopo un atto di giustizia, il male che ormai è stato fatto e non è più rimediabile. L’essenziale è, però, sgusciare, scivolare via come anguille e continuare a nuotare nella propria pozza ricca di sostanze nutrienti…
Sugli sforamenti del 2007, se non altro, pesano in maniera oscena e inammissibile, i silenzi dei tre sindaci di allora: un silenzio molto comodo anche per il CIS e per le sue strutture dirigenziali, quelle stesse così funzionali – alla fine – a riciclare i politici che non possono più fare politica perché la legge non glielo consente, ma che ormai (grazie anche a tanta democrazia di sinistra) hanno acquisito il diritto di essere mantenuti a spese pubbliche – cosa che sta per succedere, a breve, anche alla peggio Sindaca di Quarrata.
La gente che subisce gli effetti dell’inceneritore, non si aspetti la soluzione ai propri problemi. Ricordi, in primo luogo, che la Procura di Pistoia ha già, per un paio di volte, chiesto l’archiviazione del procedimento. E rammenti che il giudice penale, alla fine, è sempre un membro di tale struttura. Se si terrà presente questo, si capirà anche il perché dell’uso che abbiamo fatto dei puntini di sospensione e del punto interrogativo.
E per continuare l’esame di questa realtà italiana da cui non sfugge niente e nessuno, ecco una notizia molto più modesta, ma non meno significativa per chi sa riflettere sul cervello di certi amministratori: la Giunta di Quarrata impegnerà 82mila euro nell’ammodernamento del Campo Caramelli di Vignole, per gli impianti di illuminazione e l’ampliamento dell’area.
È stupefacente sentir lanciare queste notizie dopo che qualche tempo fa l’esimio professor Burchietti, responsabile delle finanze e illustre economista del Montalbano, aveva escluso l’ipotesi di procedere alla manutenzione di via di Montemagno per una cifra di 60mila euro perché non ci sono quattrini.
Evidentemente Vignole conta di più di Montemagno nel cuore della Sabrina e del PD.
Ed è più importante giocare a pallone che far viaggiare la gente su una strada sicura.

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