mercoledì 7 luglio 2010
Lo sconforto contagioso del "berlusconiano deluso"
Ieri ho incontrato un uomo. Era uno di quelli che un annetto fa commentava ogni intervento di Farefuturo con sarcasmo iperberlusconiano. Il velinismo? Ma quando mai! Integrazione? Ma per favore! Democrazia interna? I soliti grilli parlanti! Insomma, uno fedele alla linea, uno che si alzava in piedi alle note di Meno male che Silvio c’è.
Niente nome e cognome, ovviamente. Per due motivi. Il primo, per questione di privacy ovviamente. Il secondo perché la persona esiste davvero, ma oggi acquista la forza del simbolo, di tanti, tantissimi che ci scrivono, ci mandano messaggi, ci occhieggiano sconfortati.
Ieri ho incontrato quest’uomo, dicevo. Mi si è avvicinato in piazza, sorridente. Io gentile ma freddo. Mi ricordavo le critiche quotidiane alle nostre critiche. Lo stillicidio di polemiche. Lui mi sorride, allunga la mano per stringere la mia. Faccio altrettanto. Lui, tranquillo, con voce pulita e piana, senza alcuna strozzatura a individuare qualche forma di dubbio, dice: «Avevate ragione voi». E poi ripete, ancora con più convinzione: «Avevate ragione voi, mi avete convinto».
Faccio finta di non capire, cerco di nascondere la mia soddisfazione. E allora lui chiarisce, senza mezzi termini, con un fiume in piena di parole: «Silvio Berlusconi non riesce più a convincere, continua a fare annunci ma pensa solo alle sue questioni, alla sua roba. Ho capito che Berlusconi in realtà non ha fatto veramente politica, non ha mai pensato al bene comune…». Parole esagerate ovviamente. Parole di una persona che si sente tradita nelle sue speranze, nel suo credere che un’Italia nuova, liberale, moderna, legale, laica era finalmente possibile.
Parole di una persona che, in realtà, è cento, mille e chissà quante persone. Sconfortate, demoralizzate, sconsolate. Perché il “berlusconiano deluso” è un tipo umano e politico che sta crescendo di giorno in giorno. C’è chi lo dice apertamente, chi, magari, alzando insensibilmente gli occhi a causa di un’insofferenza che non riesce più a nascondere, e chi, evitando di mettersi sulla barricata della polemica, rimane in silenzio, senza più parole per una difesa sempre più d’ufficio, sempre fredda, sempre più falsa. Senza più argomenti.
Perché il “berlusconiano deluso”, in fondo, siamo un po’ tutti noi. E questa sensazione non riesce più a rimanere dentro, bloccata dalla forza dell’appartenenza, dall’obbligo dello schieramento.
Perché, a un certo punto, la delusione esce fuori con una forza che può diventare rivoluzionaria
Filippo Rossi fondazione farefuturo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento