Come abbiamo già detto più volte, la Sabrina, governatrice di Quarrata, prende a spunto, per la sua democrazia, la visione politica di Pericle così come ci è riferita dallo storico attico Tucidide.
E fa bene a prendere spunto proprio da quel personaggio politico ateniese del V secolo avanti Cristo: Pericle, infatti, incarna perfettamente la visione democratica di SS(G), perché lui rubò il tesoro della Lega Delio-attica per fare le opere di facciata di Atene (l’Acropoli è l’esempio) e portò la sua città alla disfatta, lanciandola contro Sparta nella guerra del Peloponneso; mentre lei, in perfetto parallelismo, adopera i quattrini della Regione (che sono di tutti i Toscani, Quarratini compresi), per abbellire – questo lo dice lei! – il centro di Quarrata e basta.
Solo che del centro di Quarrata, tra 2500 anni, non resterà pietra su pietra: e su questo non c’è dubbio. Come del resto non resterà neppure la pista ciclabile del Mauro, destinata a raggiungere Tavola di Prato alla modica cifra di 7 miliardi e 200 milioni delle vecchie lire.
Al mondo occidentale – e quindi anche all’Italia – hanno fatto male tre cose:
- la Romanistica
- il Cristianesimo
- il Comunismo
Il Cristianesimo, dopo aver raccolto il principio della Romanistica alla caduta dell’impero di occidente, si è messo in testa di guidare il popolo per strada, in casa e sotto le lenzuola – ovviamente dimenticando volentieri il Vangelo e il sacrosanto principio di lasciare a Cesare quello che è di Cesare.
Il Comunismo, epigono della Romanistica e del Cristianesimo, ha preteso di fare la stessa cosa da un punto di vista laico, sostituendo alla canonica la Casa del Popolo, guidata da ARCI-preti come Mazzanti o Barbarans o altri ancora.
Così oggi noi, a Quarrata, ci ritroviamo la peggio Sindaca che, per metà catto-margherita e per metà P(otere) D(ominante), si arroga l’arroganza di fare politica come potere pubblico, cioè come se investita da Dio onnipotente e da mamma Rosyna, in modo da decidere cosa è meglio e cosa è peggio per i suoi amati concittadini.
E fa politica, la Sabry, non ascoltando la gente e prendendo coscienza dei suoi bisogni, ma decidendo che cosa la gente deve e non deve fare: fa politica al chiuso della sua stanza, da cui non sa nulla e non misura la febbre a nessuno.
Se fa anche il medico così, cioè senza ascoltare e senza guardare i suoi pazienti, cosa dobbiamo pensare noi, gente stupida – secondo lei –, ma certo di buon senso?
E se non ci credete, leggete Nazione e Tirreno di oggi 29 luglio, e ve ne renderete conto.
Tocca a Daniele Manetti, una sorta di volontario della disperazione, dare lezioni a questa Libera Docente di P(olitica) D(emenza).
Manetti porta la gente in piazza, i cittadini veri, quelli dei bisogni reali (acquedotti, gas, fogne, aria e acqua pulita, illuminazione pubblica), quelli che la Sabry non conosce e non sta a sentire: e li fa parlare del concreto e non dei sogni di una megalomane scostante, arrogante, impreparata e indegna di guidare una comunità che chiede (inutilmente) di essere ascoltata e servita.
E così Manetti, nella sua semplicità evidente e inoppugnabile, indica a tutti i cittadini, di destra e di sinistra, che questa peggio Sindaca di Quarrata merita proprio una patente da coglione.
Bravo davvero, Daniele!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nessun commento:
Posta un commento