domenica 30 maggio 2010

IL PUNTO






















22. IMAM E TERRORISMO – LA MANOVRA DELLA DISCORDIA – GIUSTIZIA DOPO 17 ANNI – BERGHEM E NON PIÙ BERGAMO – PONTE A CINGHIA TIRATA – FOLLIA I-PAD – INCENERITORE SICURO: SÌ, NO, NON SI SA…
Domenica 30 maggio 2010

Maroni sarà ferreo: rispedirà l’imam terrorista a casa sua. E fa bene. Abu Imad è destinato a far testo, d’ora innanzi. D’altronde è l’ora che le ondate musulmane di terroristi la smettano di scambiare l’Italia per la terra che accoglie tutti a braccia aperte e lascia fare a tutti quello che vogliono. Un punto a vantaggio di Maroni.
La «manovra della discordia» continua a lasciare perplessi. I 24 miliardi di euro previsti hanno fatto ondeggiare anche la solida maggioranza. La politica ha sempre un limite: quello di basarsi sui compromessi. Il risultato è sempre un problema: specie per la gente comune, che è l’unica a pagare davvero i costi di tutto. Se è vero quello che si legge – che cioè sono stati ammorbiditi i tagli a Magistrati, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e Avvocati dello Stato – provate a immaginare diversamente da chi pensa che sono loro i veri padroni della nostra Repubblica basata sul lavoro: ma crediamo che sarà molto difficile.
Il caso Claps va verso una conclusione? Sembra. E tuttavia c’è da porsi una domanda tragica: che razza di giustizia è una giustizia che giunge dopo 17 anni? Lo abbiamo scritto e lo ripeteremo all’infinito: una riforma necessaria, in questo Paese, è quella della Giustizia. Troppa autonomia ai magistrati; troppi privilegi, troppa discrezionalità e troppa arroganza impunite in molti di loro. Non è vero che la legge è uguale per tutti e non è vero neppure quello che si scrive oggi nelle aule giudiziarie, che cioè la giustizia è amministrata in nome del popolo italiano. Sono solo parole che non cambiano una sostanza profondamente deludente e sostanzialmente immorale.
Berghem al posto di Bergamo. Si chiamerà così la città di Bossi? Alleati o non alleati di governo, certe soluzioni ispirate dalla Lega non sembrano assolutamente compatibili con le idee leghiste di altro àmbito: pronti alla globalizzazione dell’economia, favorevoli all’euro, ecco che i più estremisti ripropongono i nomi della lingua locale e del più crudo dialetto. Non si capisce perché, allora, certe menti non partoriscano anche l’idea di rinunciare all’euro per tornare allo scudo come moneta. Sarebbero almeno più coerenti.
E a proposito dell’euro, guardate due comportamenti contrastanti di questi ultimi giorni. Dinanzi a una crisi e a una richiesta di sacrifici senza precedenti, da una parte gli italiani non faranno il ponte del 2 giugno per risparmiare (si prevede), mentre dall’altra intere folle sono rimaste in piedi una notte intera per accaparrarsi l’I-Pad, ultimo gioiellino di casa Apple. È sempre la stessa risposta di chi vive una realtà dissociante: da una parte la massima prudenza e dall’altra il chiedersi – non del tutto senza ragione, purtroppo – se valga la pena darsi tanto da fare, sacrificarsi tanto per poi essere vittime dei soliti rastrellatori di soldi, che non pensano mai ai bisogni della gente e passano anni a sbranarsi e a riscuotere senza muovere un dito.
Ma la situazione più grave la viviamo con l’inceneritore di Montale. Basterà leggere Il Tirreno – apertura e taglio di centro – per rendercene conto. Da una parte si inneggia alla sicurezza dell’impianto più discusso d’Italia e, sùbito sotto, la dottoressa Gentilini smentisce tutte le strombazzate rassicuranti di politici e amministratori del CIS.
Se ci fosse Gramsci, direbbe che la letteratura difensiva dell’inceneritore sin qui assomiglia a quel romanzo di edificazione cristiana che sono i Promessi sposi: una emerita prise de cul per rassicurare i diseredati e tenerli buoni. Insomma una farsa per i citrulli.
A chi credere? Ai politici invischiati negli interessi economici o a una persona come la Gentilini che, oltre che parlare con cognizione di causa, ha fatto, della sua professione medica, un’arma per combattere qualsiasi mistificazione?
Sarebbe interessante porre questo stesso quesito al nostro Sindaco-Medico, ma in un dibattito pubblico dinanzi alla gente e non dalle stanze della sua superprotetta segreteria politica.
Su questo problema, infine, un bravo sincero va ad Alessandro Romiti, grande provocatore con la sua idea di portare polli morti al dibattito-show di Agliana: una provocazione alla quale nessuno ha risposto forse perché la verità non può essere negata quando è evidente come il sole.

Buona domenica a tutti.

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