Un paese smarrito, involgarito, offeso e umiliato che ha voglia di rialzarsi
Caro Gianfranco Fini,
nonostante non mi sia mai considerato un uomo di destra, i suoi valori, le sue parole, le sue intenzioni, la sua decisione di rottura consumata in questi ultimi mesi, mi hanno dato insperata fiducia in un reale cambiamento. Cambiamento nella fiducia che gli italiani possono riguadagnare nei confronti di se stessi. Fiducia in un governo finalmente alternativo a quello che il Pdl, purtroppo anche con la sua decisiva partecipazione, questo non possiamo dimenticarlo, ha portato avanti per troppi anni, calpestando troppe volte i diritti di persone giuste, di magistrati onesti, e della dignità di troppi, davvero troppi italiani. Questo cambiamento è necessario al nostro paese per sopravvivere e tornare a essere rispettato, guardato come esempio e non più affondato, profanato e deriso a livello internazionale. Questo cambiamento che lei ora sta portando avanti, è quello che troppi italiani hanno sentito mancare per anni come l'aria. Le grandi svolte, i grandi ripensamenti, sono degli uomini intelligenti e dei veri leader.
Ed è anche per questo, per questo suo cambio di rotta, che io la stimo. E posso anche spingermi a dire che al momento attuale non vedo nessun altro leader in grado di governare il nostro paese come lei. Accade così che io, uomo di sinistra, mi trovi ad avere fiducia in lei e nel suo disegno di governo, più che in questa sinistra che purtroppo, lo dico con grande rammarico, non comunica, non cattura, non propone, non combatte. È una sinistra sotto naftalina che mi scoraggia e mi avvilisce. Vorrei essere contraddetto ogni minuto. Spero che sarà presto così.
A lei allora, cosa posso chiedere? Chiedo più decisionismo, chiedo più risolutezza, chiedo di temporeggiare meno, chiedo più forza, più velocità nell'agire. Chiedo anche una grande alleanza che vada al di là dei credo politici specifici ma sposi il bene assoluto del nostro paese come unico inalienabile obiettivo. Sogno un governo che unisca gli uomini migliori di centro, di destra e di sinistra uniti in un unico governo di salvezza nazionale. Perché il nostro paese va letteralmente salvato. Il nostro paese ha oggi bisogno di tutti coloro che vogliono bene al nostro paese più che a se stessi.
Chiedo che quest'Italia a cui lei si rivolge con onestà e forza, possa uscire da questo terribile senso di rassegnazione, da questo lassismo, da questa apatia, da questa crisi che sembra crisi ma poi non sembra esserlo fino in fondo. Questo spettacolo di un governo che non ha saputo governare e di una crisi che non vuole compiersi è l'ultimo spettacolo che gli italiani non meritano di vedere. Sono gli ultimi schiaffi che non vogliamo ricevere. Se si deve scegliere, che si scelga. Se si deve andare che si vada.
Le auguro forza, coraggio, determinazione e coerenza. Quest'Italia smarrita, involgarita, offesa, umiliata, oggi ha bisogno di lei. E non soltanto di lei. È un Italia che già c'è. Sta oggi a lei riunirla. Grazie.
Gabriele Muccino
Pubblicato sul Secolo d'Italia del 21 novembre 2010
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