lunedì 22 novembre 2010

Una nuova stagione. O la sfiducia sarà irreversibile


Nel 1947 Giancarlo Pajetta occupò la prefettura di Milano per protestare contro il ministro degli Interni Scelba che aveva rimosso il prefetto meneghino, noto partigiano. Dopo poco Pajetta ricevette la telefonata del segretario del Pci Palmiro Togliatti che più o meno gli disse: “adesso che hai occupato la prefettura che cosa ci fai?”.
La stessa domanda potremmo rivolgerla a Silvio Berlusconi in vista della verifica parlamentare del 14 dicembre. Dice che sta lavorando con una incessante campagna acquisti per ottenere la fiducia anche alla Camera. E a questo punto sorge spontanea la domanda: “e poi che ci fai?”.Cominciamo col dire che il 14 dicembre è una data fortunata per Gianfranco Fini. Lo stesso giorno del1987 fu eletto segretario nazionale del Msi e da lì cominciò il suo percorso di leader politico che dopo 23 anni lo vede ancora centrale nella politica italiana. Poi c’è da chiedersi che cosa farebbe Berlusconi se con lo shopping parlamentare conquistasse la fiducia per uno, due o tre voti. Un destino infame, come quello di Romano Prodi la scorsa legislatura. Una vittoria di Pirro per diventare un Re Travicello sbertucciato da tutte le rane dello stagno.Sarebbe quindi meglio prendere atto della realtà e rispondere con senso di responsabilità alla sollecitazione venuta da Gianfranco Fini nella convention di Perugia.
Oggi è evidente che la maggioranza emersa dal voto del 2008 non c’è più e che Berlusconi se va avanti con la sua ormai inutile prova muscolare fa un enorme danno al Paese e un danno esiziale a se stesso.Quando si perde si deve avere l’onestà e la dignità di ammetterlo; e Berlusconi ha perso due volte. Ha perso politicamente perché ha distrutto il Pdl facendo prevalere la pancia sulla ragione espellendo Fini dal partito che avevano in comproprietà. Ha perso come uomo di governo perché senza Fini non ha più la maggioranza, ma soprattutto perché non è riuscito a fare ciò che aveva promesso agli italiani.Se Berlusconi ama l’Italia deve prendere atto della situazione e aprire una nuova stagione, così come gli ha chiesto Fini, ma sappiamo purtroppo che questo amore per la Nazione in lui è soffocato dall’odio verso chi si permette di contraddirlo.
Noi che davvero amiamo l’Italia consigliamo a Berlusconi di non arrivare in aula a mostrare i suoi muscoli e di invitare tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a sedersi attorno a un tavolo per fare assieme tre cose per l’Italia prima di andare al voto. Al Paese serve una nuova legge elettorale che garantisca il principio di rappresentanza e la scelta dei parlamentari da parte degli elettori, una seria riforma del fisco per alleggerire il peso dello Stato sui bilanci delle famiglie e un grande provvedimento economico sociale che tagliando drasticamente la spesa pubblica improduttiva generi risorse per sostenere lo sviluppo dell’economia finanziando le imprese, introduca il quoziente familiare per alleggerire le famiglie numerose e tuteli i lavoratori a rischio.Berlusconi avrà l’amore per l’Italia e il coraggio di fare questo? In cuor nostro speriamo di sì, ma la conoscenza dell’uomo ci spinge a dire che è quasi impossibile e che la conseguenza non potrà che essere una sfiducia irreversibile nei suoi confronti da parte nostra e da parte degli italiani.
P.S. Dicono che Berlusconi stia preparando un nuovo partito per rinnovarsi in vista del voto. Comprendiamo la sua esigenza, anche perché il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà con Fini e non potrà utilizzarli. Dicono anche che nella conferenza stampa tenuta due giorni fa a Lisbona si sia fatto sfuggire che vuole scendere in campo definendosi “il vero centrodestra”. Per evitargli problemi giudiziari, che purtroppo non gli mancano, gli comunichiamo che dal 17 maggio scorso “il vero centrodestra” è stato registrato da noi all’ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in più che prova che il suo non sarà il vero centrodestra italiano.
Italo Bocchino

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