domenica 21 novembre 2010
IL PUNTO (MUTO)
46. IN NOME DEL SILENZIO
Domenica 21 novembre 2010
Prima a perdere le staffe e a chiedere correttezza, prima a minacciare e a battere i piedi per terra, ma prima anche a ignorare, tacere, restarsene in silenzio senza mai dire o dichiarare ciò che pensa – se non dinanzi a una TV, non importa se L e di Pistoia o dell’odiatissimo Berlusca.
Ecco fatta la radiografia – siamo dispiaciuti e mortificati, ma chi vuole ci smentisca, se può – del Sindaco, irritata per essere stata definita la peggio Sindaca di Quarrata. Ma a questi patti e in questi termini, vi sembra obiettivamente la migliore?
Come disse Giuliano Gori quando voleva farci passare per forza attraverso il gozzo quel capolavoro che sarà la fontana di Buren: «La bellezza è soggettiva». Ce lo diranno i sostenitori della Sabrina inventando qualche strana giustificazione al suo silenzio che – dopo anni – è diventato addirittura omertà: «I Sindaci sono soggettivi».
E noi rispondiamo che, se è vero, esistono anche criteri oggettivi di sindachezza e, nel caso specifico del nostro Sindaco, essi sono tutti negati da un’assoluta mancanza di requisiti che possano farla passare come vera democratica e rispettosa di quelle regole che Lei propugna ed ha sostenuto anche ieri sera con i botti finali del suo meeting della legalità a suon di cene.
Non bastano le cene a fare un Sindaco. Un Sindaco, qualsiasi altro Sindaco – da Amadori a Caramelli, da Testai a Cappellini, fino a Marini, che, oggi presidente Spes, ogni giorno sul giornale risponde [si noti il verbo] ai suoi indiavolati inquilini sul piede di guerra –, qualsiasi altro Sindaco avrebbe risposto a Manetti, sia pure in maniera formale, sia pure a presa di giro: ma lo avrebbe fatto.
Lei niente. Perché Lei è al di là del bene e del male. È al di sopra di tutto e di tutti. Si auto-autorizza a fare di non fare, di non dire, di non tollerare, di non ascoltare e tutto il resto in fila.
È dal 5 ottobre scorso che noi sbandieriamo il problema Manetti & Partecipazione democratica. Andate a rivedervi il post http://marioniccolai.blogspot.com/2010/10/una-foto-al-giorno-leva-il-medico-di_05.html . Ma la diatriba approda solo ora anche da altre parti, in cronaca.
E voi la avete sentita Lei?
Nel suo angolo, come se fosse nata sordomuta, riesce ad agitarsi solo a suon di lettere di minaccia. Di fare il suo primo dovere, che è quello di ascoltare e di discutere con i suoi concittadini, non ne parla nemmeno. Anzi: è come se niente esistesse al di fuori di Lei, eterna e immota nella sua muta immutabilità.
Sappia – anche se fa finta di ignorarlo – che a noi non importa dei ponti che inaugura. Né delle ville medicee di cui dice di essere padrona. Né delle sue piste ciclabili. E neppure delle sue “irritazioni” per le nostre osservazioni istituzionali, da opposizione.
Da poveri comuni cittadini vorremmo un interlocutore che sapesse anche dire due parole alla sua emula e sordomuta Migliorini, vicepresidente del Consiglio che non risponde a Manetti e che, in assenza del Presidente, ha finalmente il suo momento di gloria.
Noi vorremmo avere un Sindaco, non un pezzo di legno come il re delle rane nella favola di Esopo.
Buona domenica muta!
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