domenica 20 dicembre 2009

IL PUNTO


3. FUMO DI LONDRA & BIANCA-NEVE
Domenica 20 dicembre 2009.

Fumo di Londra, si fa per dire: in realtà la settimana è stata caratterizzata, in provincia, dagli scambi di battute fra comitati antiinceneritoristi e sostenitrici (le sindache di Agliana e Quarrata, Eleanna & BiancaSabry, ribattezzate gemelle Kessler) dell’impianto di Montale. Le due quote rosa della politica locale sono intervenute più volte per sostenere che il forno montalese, più volte fermato, distribuisce effluvi di salubrità dell’aria – tanto per usare un titolo di un’ode del Parini, notizia non più à la page, datoché a scuola certe finesses non si insegnano più e si privilegiano altre pillole di cultura social-popolare, quali psicologismi di vario genere e natura per imparare a stare bene con se stessi e con gli altri, accettare la diversità, rispettare l’ambiente e la biodiversità e lottare per salvare il pianeta dalla distruzione totale, anche se le galline fanno uova alla diossina…
Intanto veniamo a due notizie dall’estero. Sergio Cicala e sua moglie Filomen Kabouree sono stati rapiti in Mauritania e sono, forse, in mano di Al Quaeda: la figlia si rivolge al Ministro Frattini e chiede un intervento per salvare il padre che (65 anni) già in un precedente viaggio, risalente al 1994, in Ciad era rimasto ferito da una mina. Strano no? Senza voler essere cattivi, questo signore mostra di avere la vocazione all’esplorazione delle situazioni a più forte rischio; e non da solo: si intende che ognuno è libero di circolare a suo piacere sul pianeta, ma qual è, in ultima analisi, la necessità di infilarsi in un vero e proprio culo di sacco, costringendo la collettività a farsi carico di riscatti milionari che finiranno, chiaramente, a finanziare il terrorismo internazionale? Non dovrebbero bastarci i guai di casa nostra, senza dover provocare più problemi di quelli che già abbiamo?

L’altra notizia ci è giunta dalla Polonia, dove, ad Auschwitz, hanno rubato la scritta che è il simbolo dell’umana follia: Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi. Anche in questo caso, un esempio di follia che non ha pari. Col riaffiorare del negazionismo, cioè dello squallido tentativo di negare che 6 milioni di ebrei siano davvero finiti nelle camere a gas, ecco che si fa sparire la testimonianza di una realtà che alla fine – visto come sta andando il mondo – è la riprova incarnata che la storia non insegna niente a nessuno. E anche dinanzi a questo furto o rapina che dir si voglia, c’è quello stesso senso di vergogna che – secondo quanto dice Primo Levi nel suo Se questo è un uomo – prendeva gli ebrei condannati a morte dinanzi alle angherie dei loro aguzzini. Ve lo immaginate un innocente che prova vergogna per la colpa del suo carnefice? Ma siamo, ancor oggi, in un mondo assurdo e non dobbiamo meravigliarcene; lo vedremo in fondo con don Farinella.

La terza notizia riguarda l’Italia e i suoi uomini. È Casini, stavolta, sulla tavola da surf che cavalca la cresta dell’onda: strizza l’occhio a Berlusconi e gli dice che potrebbe essere dalla sua per studiare una soluzione e dare una risposta al problema del legittimo impedimento (in pratica Casini ammicca per un lo
do Alfano mitigato e fondato sul compromesso), se… ovviamente c’è il se che coincide con l’invito al Cavaliere a tenere a bada e nell’angolo la Lega e Bossi. Questi due nomi fanno paura. E alla fine viene perfino voglia di credere che la Costituzionale abbia bocciato il lodo Alfano non tanto per motivi di mera legittimità, quando come metodo per silurare un blocco granitico fastidioso, e per costringere la destra a più miti consigli – perfino D'Alema e Di Pietro sarebbero favorevoli, come le chiamano loro, alle riforme di compromesso, che come al solito ripropongono i soliti piccoli troiai di provincia all’italiana, da inciuci istituzionali.
A Pistoia si è parlato ancora di Cip e Ciop e di maestre che verranno giudicate a Genova senza passare da questa Procura – e forse sarà meglio, non solo per l’incompatibilità determinata dal fatto che uno dei bimbi vittime dell’asilo, è figlio di un magistrato che lavora in città, ma anche perché, fra le altre cose, la procura cittadina sembra connotarsi come una realtà molto attenta ad altri tipi di reato, quali le violenze agli animali (coniglietti, gattini, pastori tedeschi vittime di polpette avvelenate e ora, come vedete, picchi verdi per i quali un bracconiere rischia fino a 8 mesi di carcere), ma pare molto più incerta su altri reati che investono le persone – sempre con le dovute eccezioni, s’intende. Eppure l’ufficio pistoiese ha anche una dotazione organica di rilievo, con ben sette magistrati in seggio.

Una notizia ci è parsa molto carina e figlia, per così dire, dell’assoluta ipocrisia di chi ci amministra economicamente per conto dei nostri amministratori politici. Ci riferiamo alla posizione assunta da Publiambiente circa l’applicazione dell’Iva sulle bollette emesse da chi dovrebbe contribuire a salvare il pianeta dal sudiciume e dalla sporcizia. Siamo in Italia e siamo a Pistoia e siccome la sentenza della Corte Costituzionale n. 238/2009 non dice come si deve fare a non addebitare l’Iva sulle bollette della Tia, allora Publiambiente continua ad addebitarla per non rischiare di avere problemi con il fisco. Ma quanti difensori della legalità e della Costituzione! Gli italiani sono davvero esemplari. Seguendo questa logica da farisei, visto che il lodo Alfano è stato dichiarato incostituzionale, ma niente la Corte ha detto riguardo al metodo di disapplicazione, perché il Cavaliere dovrebbe essere in pericolo? Riferisca quel che dice Publiambiente alle varie procure che intendono mandarlo a giudizio e se ne freghi: se il ragionamento vale per Publiambiente, perché non dovrebbe valere anche per Silvio? Siamo o no tutti uguali dinanzi alla legge?

Scendendo, ecco che La Nazione riporta (per ben due volte) la notizia di un diploma verde a Vannino Chiti, un benemerito della città. Peccato che, a fianco, lo stesso quotidiano ricordi che la nostra provincia è la peggiore in Toscana per la qualità della vita, e una delle peggiori in Italia: eppure Pistoia non è la patria di Vannino? E la Toscana non è stata il granducato di questo Lorena dei proletari? Come si può spiegare questa contraddizione se non con una sorta di piaggeria nei confronti di chi ha ancora potere – e fin troppo – in questo microcosmo periferico in cui tutto è ridotto a premi ed autopremi di natura autoreferenziale, dai quali nessuno si schioda mai? Guardatela Pistoia, e dite se non è un’isola infelice con una rete di infrastrutture che sono la fine del mondo: isolata al limite ovest dell’area metropolitana, con ferrovie che non vanno, strade che sono tutte una buca e 7mila posti di lavoro persi per la crisi. È vero che ora la Breda non licenzia più e sembra aver trovato un cotone emostatico per l’emorragia della occupazione: ma chi è così stupido da credere che questo successo sia un miracolo della politica, locale e no? Chi può pensare che, se non ci fossero state le commesse che ci sono state, Berti, Fratoni, Quiriconi & C. sarebbero stati i santi in grado di salvare la fabbrica che regge l’economia industriale di Pistoia? Solo dei PD.

E infine la neve. Abetone in festa, città e pianura in crisi. Felicità degli studenti che, grazie alle chiusure stabilite da Berti (la prossima volta farebbe bene a decidere non in tarda serata, ma almeno a mezzogiorno, evitando di generare più confusione che mai nei [dis]servizi scolastici) e dai sindaci della Piana, alla quale torniamo, tanto per atterrare su Quarrata, area a noi familiare.
La Signora Sabrina ha attivato (come dice Andrea Balli nel suo blog) una unità di crisi sempre a disposizione del cittadino, 24 ore su 24: e c’è anche un numero di telefono. Fatto sta che stamattina abbiamo fatto un bel giro per Quarrata e molte strade erano una vera e propria lastra di ghiaccio, a cominciare dalla piazza della chiesa parrocchiale. E non parliamo dei marciapiedi, un autentico pack polare. Allora, come al solito, più fumo che arrosto: i cittadini di un numero di telefono che risponde non sanno che farsene, Sabrina. Più sale (nella zucca, in primo luogo, e poi nelle strade) avrebbe fatto di più e di meglio!
Ed ecco il Sindaco-Difensore dell’ambiente – stiamo parlando della Sabrina – a tu per tu con un altro piccolo problema, sottolineato da Giancarlo Zampini: il fosso Galigana fa schifo, è inquinato e l’ha detto l’Arpat. Noi avevamo segnalato il problema della cacca che stabordava dall’impianto di non-depurazione di Valenzatico. Ma non ci sono problemi: la Sabrina avrà senz’altro la faccia di dire che quella roba lì non è inquinante, ma è solo un distillato della salute che cola da chissà qual paradiso. Qual è il problema?

L’ultima battuta la vogliamo fare su don Paolo Farinella, un sacerdote ligure, evangelicamente cristiano che, in questi giorni, ha sparato su Berlusconi con farneticanti affermazioni-profezia.

Misteri italiani o misteri mondiali? Non meraviglia la profezia che vuole Benedetto XVI come ultimo papa, mentre dopo ci sarà la fine della Chiesa: se i preti di questa chiesa sono così, essa è fatalmente destinata a scomparire e a riaprire botteghe, magari, come un partito di alternativa alla destra satanica e assassina di Berlusconi.


Buona fredda domenica a tutti, Sabrina compresa!

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Siceramente ieri cioè sabato ero stato sorpreso nel vedere in poco tempo le strade abbastanza pulite, quelle del centro non contano, solo le macchine che ci passano tolgono la neve. Ma anche strade secondarie, erano state spazzolate.
Allora però mi sono chinato sull'asfalto e mi sono accorto che non ci era stato sparso il sale... e li ho pensato ora riconosco i mezzi lavori di Quarrata, stamani inatti tutte le strade o quasi erano completamente una lastra di ghiaccio peggio che con la neve.
Saluti

Lorenzo Mantellassi

Anonimo ha detto...

Anvedi che proprietà di linguaggio!

Anonimo ha detto...

Bravo questo romano, però! Parlabbène!