lunedì 7 dicembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: INCENERITORE, IMPOSSIBILE CHIUDERE GLI OCCHI


Mentre ormai la gente scende in piazza e si muove per chiedere la chiusura dell’inceneritore di Montale, Alessandro Romiti ci invia il materiale che non commentiamo, ma che lasciamo alla libera valutazione dei nostri lettori. Iniziamo con un intervento della Dott.ssa Patrizia Gentilini, che si autodefinisce, molto ironicamente, medico allarmista. Eccone il testo:

Cari Amici, vi inoltro questa recentissima notizia circa il drammatico aumento di cancro alla mammella in età giovane. Ricordo che è stato di recente affermato dall’ex Ministro della Salute che fra 10 anni nessuna donna morirà più di cancro alla mammella..... (http://italiasalute.leonardo.it/News.asp?ID=9839), come la mettiamo? Mah… immagino che la prima mammografia si farà a 12 anni insieme alla prima dose di vaccino per il carcinoma della cervice uterina! Scusate l’amara ironia, ma NOI MEDICI “ALLARMISTI” ABBIAMO TRAGICAMENTE RAGIONE! BASTA CON L’ELISIR DELLE ILLUSIONI! Quando vedremo qualcuno scendere in piazza per pretendere che SI CHIUDANO I “RUBINETTI DEI VELENI”? E perché non cominciare dalla *Diossina che in Italia proviene per il 67% dai camini degli inceneritori, impianti inutili, assurdi e costosi!? Patrizia Gentilini, 02/07/09 – (Dati dell’inventario della Commissione Europea, rapporto finale del 31.12.2000, 3° volume, pag 69 http://ec.europa.eu/environment/dioxin/pdf/stage2/volume_3.pdf) 09 Incidence BC – mastectomies and quadrantectomies. http://www.jeccr.com/content/28/1/86
Sottostimati numeri italiani cancro seno, allarme under 45.
Milano, 30 giu. (Adnkronos Salute) – Più di 40 mila nuovi casi di cancro al seno ogni anno, con un aumento del 13,8% in 6 anni. Questi i numeri nazionali del primo tumore ‘rosa’, secondo uno studio del Centro di ricerche oncologiche di Mercogliano (Crom), affiliato alla Fondazione Pascale di Napoli. A detta degli autori, in Italia le cifre reali del big killer al femminile sono “sorprendentemente maggiori” rispetto ai dati ufficiali. In particolare, allarmano i dati relativi alle donne under 45: in 6 anni si calcola un +28,6% di casi nella fascia d’età 25-44 anni. “Una popolazione generalmente esclusa dalle campagne di screening mammografico”, fa notare il coordinatore della ricerca Antonio Giordano, presidente della Sbarro Health Research Organization di Philadelphia, professore di anatomia e istologia patologica all’Università di Siena e presidente del Comitato scientifico del Crom. I dati dello studio, già pubblicato online sul «Journal of Experimental and Clinical Cancer Research», sono stati annunciati da Giordano in occasione della consegna del premio Confindustria ‘Napoletani eccellenti nel mondo’ al Teatro San Carlo del capoluogo campano, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ed è proprio al premier che Giordano ha consegnato i risultati della ricerca, insieme a “interrogativi che attendono rapide risposte da parte delle Istituzioni deputate alla tutela della salute dei cittadini e delle donne in particolare”, si legge in una nota. Finora, ricorda il comunicato, le uniche informazioni disponibili sui numeri del cancro al seno nella Penisola si basavano su una metodica di stima indiretta, sviluppata sulla base dei dati di mortalità Istat e dei dati sopravvivenza dello studio Eurocare. Giordano e colleghi - un’équipe multidisciplinare del Crom, dell’Istituto tumori ‘Fondazione Pascale’ e della Seconda Università di Napoli, composta da epidemiologi, chirurghi, radiologi, patologi clinici e genetisti - hanno invece ‘contato’ i casi di tumore al seno nel nostro Paese passando in rassegna “le schede di dimissione ospedaliera del ministero della Salute - puntualizza Prisco Piscitelli, epidemiologo e docente a Philadelphia - conteggiando il numero esatto di interventi chirurgici demolitivi (mastectomie) o conservativi (quadrantectomie) realmente eseguiti nelle sale operatorie italiane dal 2000 fino al 2005 (ultimo anno disponibile per la consultazione)”. Nel periodo 2000-2005 sono state eseguite in Italia 100.745 mastectomie e 168.147 quadrantectomie, per un totale di 268.892 interventi per tumore alla mammella. Tra i risultati “sorprendenti” segnalati dagli autori, il fatto che “nel solo anno 2005 i nuovi casi di cancro al seno sono stati 47.200 (+26,5% rispetto ai dati ufficiali che si fermavano ad una stima di 37.300)”. E ancora. “Dal 2000 al 2006 il numero di nuovi tumori al seno si attesta su valori sempre superiori a 40 mila all’anno, con un trend in aumento: erano 41.608 nel 2000 e in 6 anni si è registrata una crescita del 13,8%”. Ma non è tutto. “Lo studio del Crom - sottolinea Giordano - mette in luce che il maggiore incremento percentuale del numero di nuovi tumori al seno si riscontra nelle donne di età compresa tra 25 e 44 anni (quasi 77 donne ogni 100 mila in questa fascia d’età, con un aumento del +28,6% in sei anni)”. Secondo lo specialista, “ciò impone indubbiamente la necessità di considerare un abbassamento dell’età di esecuzione della prima mammografia, ma deve anche farci interrogare sulle cause che stanno determinando un così sorprendente aumento dei tumori al seno nelle donne più giovani”. I fattori imputati? “Probabilmente l’assunzione di estrogeni attraverso gli alimenti o preparati farmacologici, il fumo di sigaretta, l’inquinamento ambientale e in particolare quello da diossina (cancerogeno di classe I che si deposita proprio nei tessuti grassi come il seno delle donne)”,.Giordano evidenzia infine “la necessità di reperire fondi per la ricerca sul cancro”. Da qui la decisione di rivolgersi direttamente al presidente del Consiglio, al quale l’esperto ha consegnato anche “un dossier sulle proiezioni demografiche negative del nostro Paese per i prossimi 10 anni - conclude la nota - che rendono indifferibile l’adozione di programmi di sostegno economico alle famiglie, finalizzati ad incentivare la natalità”.

Il secondo intervento è dello stesso Romiti che scrive:

Gentile D.ssa Patrizia Gentilini, sono a scriverle questa mia per notiziarla di un grave lutto che ha colpito i cittadini della piana. Si tratta di una giovane madre di Montale che, per salvare il figlio, ha rinunciato a curarsi. La notizia è straordinaria per il sacrificio in vantaggio della vita tenuta in grembo... e merita alcune riflessioni anche alla luce delle evidenze di inquinamento emerse in questi ultimi giorni sul medesimo territorio. Mi astengo da ogni commento, o ulteriore considerazione trattandosi anche di un donna, “ingegnere ambientale” impiegata come dipendente nella gestione del contestato impianto di incenerimento di Montale. Buona salute a tutti. Cordialità. ALESSANDRO ROMITI

Il terzo intervento è di Adriana Pagliai che scrive:

Invito tutti a riflettere sulla giovanissima età della povera ragazza, sulla non familiarità della patologia tumorale che l’ha colpita (come risulta da notizie riferite da conoscenti), sul luogo di vita e di lavoro: nata e vissuta a Montemurlo, da alcuni anni risiedeva a Montale dove oltre a vivere lavorava… appunto al cancrovalorizzatore! Tutti diranno che non c’è nessuna relazione fra l’insorgenza del tumore e l’ingombrante presenza dell’inceneritore nella sua vita... dalla culla alla tomba appunto! Forse è vero, forse non c’è alcuna relazione... è stato solo il destino!!! MA SE FOSSE VERO! Chi vorrebbe avere questo peso sulla coscienza? Spero che gli amministratori ed i tecnici, che dovrebbero vigilare sulla salute della popolazione, si interroghino con coscienza. L’inceneritore è una macchina ingestibile (lo dimostrano i continui guasti, incidenti, fermi, costi) inutile (in moltissime realtà ne fanno a meno) dannosa… escono diossine, PCB metalli pesanti e tantissimi altri veleni. Le amministrazioni serie dovrebbero guardare oltre e optare per soluzioni diverse e meno dannose. La salute è il bene più prezioso, non dimentichiamolo mai. Adriana Pagliai

L’ultimo intervento è di Gianfranco Ciulli del Coordinamento Comitati Piana di FI-PO-PT:

Faccio presente che questo tipo di tumore (seno) ha una grossissima incidenza anche nell’area di Paperino, S. Giorgio, S. Maria a Colonica che guarda caso sono sotto l’inceneritore di Baciacavallo-Prato dove ci sono stati tanti casi e purtroppo decessi Alle nostre richieste di indagine epidemiologica per verificare tale patologia la locale ASL rispose con dati relativi a tumori polmonari maschili, (come dire io ti chiedo una pera e tu mi dai una mela!!!). Questi dati ovviamente incongrui portati anche come esempi “non preoccupanti” furono pubblicamente smentiti anche durante un consiglio comunale aperto nel comune di Montemurlo (Giunta Menchetti) dove lo stesso relatore ASL Dott. Cipriani fu costretto ad ammettere che comunque la ricerca non era stata del tutto esaustiva e completa (fatta solo con autoquestionari) ancorché fatta solo ed esclusivamente su quel tipo di patologia. Alla domanda di connessione fra il cancro alla mammella e le immissioni, le sue parole furono “non c’è connessione alcuna perché il cancro alla mammella è da considerarsi una forma neoplastica collegata all’alimentazione.” Faccio notare come, sia a Montale come a Prato-Baciacavallo sia stato ritrovato inquinamento al suolo, come negli animali (Punto P 12- Prato) nell’indagine Zooprofilattica fatta a Roma e come sia a Montale come a Prato, nelle vicinanze di entrambi gli impianti ci siano terreni dove vengono coltivati alimenti ed animali per l’autoconsumo. Mi sembra che ogni ulteriore commento sia superfluo !!!! Gianfranco Ciulli - Coordinamento Comitati Piana di FI-PO-PT.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo che l'ignoranza fa proprio miracoli....
Affermare che il papero di baciacavallo avesse diossina, quando si sa benissimo che ni mangimi molto spesso la diossina è contenuta (vedi allarme bufale campane dello scorso anno)... non si può dar credito a un'analisi realizzata senza capo nè coda. L'inceneritore di baciacavallo è un impianto piccolissimo, se si accendono 10 camini tutti insieme si rischia di produrre più diossina. Un'indagine sulla possibile influenza dell'autostrada o dei centinaia di camini industriali che sono a 200 metri dalle case della zona incriminata non la si chiede? Si pensa solo che il mostro sia l'inceneritore? Ma fatemi il piacere.....

Anonimo ha detto...

Caro amico "anonimo", fra un 15-20 anni, vallo a raccontare all'ORFANO di questa sfortunata ragazza, che con i nostri 10 caminetti da cucina si produce la stessa diossina di un CANCROVALORIZZATORE.

Ricordati che le diossine, i metalli pesanti ecc ecc non scelgono di colpire quelli che sono CONTRO, salvando quelli che sono a FAVORE.

Sono sostanze NON INTELLIGENTI.

Salute

Anonimo ha detto...

Se su tutto ci basassimo sul "vallo a raccontare a..." staremmo freschi. Di tutto si può dir che sia pericoloso!

Anonimo ha detto...

Di tutto si può dir che sia pericoloso!
Hai ragione. E' pericolosa anche l'amministrazione di Quarrata.