Le parole del Presidente della Repubblica non andrebbero mai commentate, ma soltanto ascoltate per prenderne atto. E questa volta governo, maggioranza e Pdl dovrebbero ascoltare quanto ha detto Napolitano, ma anche e soprattutto quanto stanno dicendo i nostri elettori, scatenati su siti e blog.La vicenda Brancher è diventata più complicata del previsto e rischia di mettere in difficoltà Berlusconi in una partita complessa qual e’ quella sulla giustizia. Prima di ragionare sul da farsi ci sono tre premesse indispensabili. La prima e’ che in Italia dal 1994 c’è in atto uno scontro tra politica e magistratura, con una evidente aggressione giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi. La seconda è che la legge sul legittimo impedimento è giusta e risponde all’esigenza di tutelare premier e ministri da una minoranza di magistrati politicizzati che tenta di disarcionare chi ha vinto le elezioni. La terza è che Brancher non merita di essere al centro di questo processo mediatico perché è persona stimata da tutti, dirigente fedele e leale, uomo mite, moderato e sempre attivo nel ricercare soluzioni condivise.Detto questo va da se che la situazione si è ingarbugliata a tal punto che le tre premesse positive finiscono per diventare altrettanti problemi. L’errore di Brancher, infatti, rischia di affossare una buona legge che serviva a tutelare Berlusconi da un evidente accanimento. Rischia di affossarla prima agli occhi dell’opinione pubblica, compresa quella di centrodestra a partire dalla destra e dalla Lega, e poi dinanzi alla Corte Costituzionale. in tal caso Berlusconi si troverebbe senza scudo, peraltro con un Parlamento in difficoltà sia sul Lodo Alfano costituzionale sia sulle intercettazioni. Infine anche Brancher ne uscirebbe male dal punto di vista politico e personale ancor prima che giudiziario, cosa che oggettivamente non merita.Con questo “autogol”, come l’ha definito il giornale della famiglia Berlusconi, si rischiano un sacco di guai. Il 5 luglio la magistratura milanese potrebbe sindacare la richiesta di legittimo impedimento, costringendo Palazzo Chigi a rivolgersi alla Corte Costituzionale sollevando un conflitto di competenze tra poteri. Poi la Camera, già ingolfata con manovra e intercettazioni, si troverebbe a dover discutere e votare una complicata mozione di sfiducia individuale già annunciata dall’opposizione, con l’obbligo del voto segreto e non pochi mal di pancia tra leghisti, lealisti berlusconiani e finiani. Il tutto con un evidente peggioramento dei rapporti con il Quirinale. Nel frattempo i siti pidiellini e leghisti registrano la delusione degli elettori, i giornali amici attaccano parlando di “errore” e “autogol” (Giornale e Libero) e una legge giusta e utile finisce per diventare impopolare anche nel centrodestra.A questo punto è d’obbligo chiedersi: “ma chi ha avuto questa idea geniale?”. Chi ha pensato che potesse passare inosservata la nomina di un ministro pochi giorni prima del processo e che poi ha la non felice idea di appellarsi al legittimo impedimento ancor prima di avere le deleghe dal Consiglio dei ministri?Sarebbe opportuno che Berlusconi intervenisse presto con l’unica soluzione possibile, quella di invitare Brancher ad andare immediatamente dinanzi al giudice rinunciando al legittimo impedimento. È questa l’unica soluzione per evitare una lunga e complessa serie di problemi che potrebbe costare cara al governo in termini di fiducia, consenso e agibilità parlamentare e politica.
Italo Bocchino da: www.generazioneitalia.it
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