mercoledì 23 giugno 2010

La Padania non esiste. C'è solo la nostra Italia.


Caro Stefano,

ho letto con grande attenzione la tua lettera pubblicata sul sito di Generazione Italia e ho pensato che meritasse una risposta. Ieri ho avuto modo di dire quello che tanti pensano, anche al Nord, anche nella tua Brianza. La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. C’è solo la nostra Italia. Che avrà problemi, differenze tra Nord e Sud, ma è la nostra Nazione. E dobbiamo esserne fieri, non solo quando gioca la Nazionale.Sbaglia chi dice che se non esiste la Padania non esiste la questione meridionale. I problemi del Sud esistono da ben prima che venisse formulata per la prima volta, nel 1873, la nozione di “questione meridionale”. Così come nessuno può negare l’esistenza di una “questione settentrionale”. Sono questioni che vanno inserite in un discorso più ampio: il futuro dell’Italia. Non si può dire che è “Padania” quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono “padani”. Sono pronto a scommettere.Perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada rispetto al problema vero: come permettere al motore economico dell’Italia di essere competitivo e vincente nell’economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli. Queste sono le esigenze reali del Nord. Non sventolare una bandiera verde.Allo stesso tempo, non possiamo nemmeno eliminare con un tratto di penna la questione meridionale: metà del Paese è nelle mani della criminalità organizzata e ha un reddito pro-capite di circa la metà rispetto a quello del Nord. Se sul versante della Legalità il Governo sta facendo tanto, ma si tratta di una battaglia appena iniziata, sul secondo versante dobbiamo fare molto di più, soprattutto se vogliamo rendere maggiormente produttiva anche l’altra metà del Paese, magari – perché no – ai livelli del lombardo-veneto. È in fondo questa la sfida che dobbiamo accettare. Nell’interesse dell’Italia.Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro “Roma ladrona”, per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com’è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio.Infine, caro Stefano, tu mi chiedi di essere più presente al Nord. Accetto la sfida, insieme a tutti gli amici che credono nell’Italia, nel senso di appartenenza a una comunità nazionale, a un’idea di Nazione, a una storia antica, dolorosa ma affascinante.
Gianfranco Fini

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