martedì 6 ottobre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: SOLDI, CULTURA & TRENI PERSI


L’ultimo commento al nostro post del 4 ottobre – Siamo l’opposizione – a firma di raf, un anonimo nostro simpatizzante che ci segue con costanza, e che ringraziamo anche per molti dei suoi suggerimenti, ci spinge a fare alcune riflessioni su cui vogliamo impostare il dibattito.
Il commento di cui parliamo, dopo aver asserito che a Quarrata ci sarebbe bisogno di più cultura, prosegue affermando che essa dovrebbe essere: seria, ma non seriosa e pedante, che sappia parlare alla gente, che esprima qualcosa e soprattutto aperta alla città. Che sappia evocare e anche accendere la curiosità e l’ammirazione. Che sia motivo di riflessione, e crescita per tutti e non solo per pochi addetti illuminati. Ma sopratutto che non abbia la puzza sotto il naso per troppo snobismo. Allora sarebbe un investimento su cui merita spendersi. E per la Magia: che si sappia finalmente che cosa dovrà essere! Mi sembrerebbe una questione di buon senso, sia per la destra che per la sinistra.
Non importa dire che condividiamo perfettamente questa visione delle cose; che rifiutiamo lo snobismo; che non intendiamo accettare suggerimenti di pochi e per pochi addetti illuminati. Quello su cui intendiamo puntare la nostra attenzione è l’ultima parte dell’intervento di raf: la destinazione della Màgia, della quale sinora non si riesce a capire la vera funzione.
L’affaire-Màgia ce lo riporta alla mente l’articolo di Enzo Cabella, comparso domenica 4 ottobre su La Nazione; una finestra che pone in luce la bontà dell’iniziativa della Fondazione Banche di Pistoia e Vignole, il terzo campus scientifico che vi si è svolto e concluso proprio in questi giorni e di cui, in futuro, è previsto un lancio a livello regionale.
Che ne sarà della Màgia? Stefano Marini, al momento dell’acquisto, promise che non sarebbe stata la villa dei matrimoni – e invece lo è diventata. Inoltre è diventata anche la villa dello snobismo culturale, dei chiccai e delle sagre paesane, oltre – ovviamente – un contenitore d’arte di cui la Giunta va ingiustamente fiera: ingiustamente perché quel contenitore non è (nonostante sia inserito nelle guide Touring) un museo che attira presenze e movimento. E non potrebbe essere diversamente, lo abbiamo già detto: Firenze da una parte, Prato dall’altra col suo Pecci, Vinci, a sud, con il museo di Leonardo, sono punti cardinali di tutt’altra portata e ben altro coinvolgimento. Oltretutto Quarrata è, così com’è, in un cul de sac: vi si entra da ogni parte, ma non se n’esce quasi da nessuna; e per raggiungere il Valdarno Inferiore, Empoli e Pisa si batte il viso contro il Montalbano e ci vogliono due giri piuttosto lunghi (Monsummano e Signa) o un San Baronto da superare, per liberarsi di questo muro naturale.
Uno degli handicap eccolo qua. L’altro è peggiore e più difficile da superare, perché si tratta dell’orgoglio miope della sinistra che ha tarpato le ali a Quarrata a partire dalle decisioni a suo tempo prese da Marini nel preferire diventar padrone della Màgia – come un mezzadro che compra la casa del suo mito-e-tormento – piuttosto che, con accorta preveggenza, decidere di condividere questo bene con chi avrebbe potuto garantire non un campus all’anno per 33 o 66 o 99 allievi, ma una attività universitaria per 12 mesi all’anno per 333 o 666 o 999 allievi, e non provenienti dalla regione, ma addirittura da oltre Oceano, dalla più grande università d’America: con un indotto che non avrebbe avuto pari, non solo a livello culturale, ma anche a livello commerciale, vino compreso.
Un’occasione di quelle che, passate, possono teoricamente anche tornare, ma non certo come un bus del Copit che, pur tardando, prima o poi ricàpita.
La Sabrina si sconcerta quando noi diamo di provinciale a questa Giunta. Ci dispiace. Veramente. Perché dimostra, una volta di più, di non riuscire a capire cosa significhi essere aperti, capaci di fare progetti e veri investimenti, saper conoscere il mondo e saper cogliere le opportunità che esso offre.
Quello sì che sarebbe stato un treno da prendere in corsa, compagni!

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