venerdì 30 ottobre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LE CONTRADDIZIONI DEL SIGNOR SEGRETARIO GENERALE


Quarrata, 30.10.2009
Prot. N. 51537

Consigliere Mario Niccolai

p.c. Sindaco
Presidente del Consiglio Comunale
Consiglieri Comunali
Giunta Comunale

OGGETTO: ACCUSE APPARSE SUL BLOG RELATIVE ALLA STRUTTURA COMUNALE.

  1. Buongiorno, Consigliere Mario Niccolai.
  2. Certamente lei non lo sa, ma non è mia consuetudine andare a leggere gli innumerevoli blog che circolano nel mondo web: sia perché il mio lavoro e i miei impegni non mi lasciano il tempo (nonostante lei forse la pensi diversamente, in comune noi lavoriamo!), sia perché non amo lo stile qualunquista, denigratorio e – spesso – volgare e ciarlatano di molti di questi blog, i quali, invece che essere un valido strumento di comunicazione e di condivisione interpersonale, spesso si trasformano in luoghi dove si infama la gente con accuse infondate, come in una sorta di “taverna virtuale”. Non voglio certo riferirmi al suo blog – sul quale non voglio né posso esprimere alcun giudizio di merito, almeno in questa mia veste istituzionale – ma purtroppo, di questa “comunicazione­spazzatura” ne circola parecchia su internet.
  3. Tuttavia, essendomi stato segnalato qualche intervento sul suo blog concernente la figura del Segretario Generale e di altri lavoratori comunali, ho ritenuto deontologicamente doveroso constatare di persona.
  4. Ebbene, ciò che ho letto mi ha lasciato sbalordito, a causa delle offese gratuite e prive di fondamento sulla mia persona (sia nella mia veste istituzionale che in quella personale) e su vari lavoratori del Comune di Quarrata; ed ho ritenuto altrettanto doveroso dal punto di vista deontologico intervenire, per non lasciare il seppur minimo sospetto che le sue offese potessero corrispondere minimamente a verità.
  5. Una delle accuse che lei mi rivolge è particolarmente grave anche dal punto di vista penale, oltre che sotto il profilo della lesione all’immagine e dell’offesa alla mia moralità (e la sfido a citare anche un solo fatto concreto in cui la mia moralità professionale possa essere venuta meno!); lei, in sostanza, asserisce che io “reclamizzo, pubblicizzo e propongo” i miei libri e “adopero il mezzo pubblico per evitare di pagare la pubblicità”; ebbene, le chiedo di spiegarmi a quali azioni di pubblicità lei si riferisca, quale mezzo pubblico avrei utilizzato per miei fini personali ottenendone un ingiusto vantaggio patrimoniale (concretizzando il reato di abuso d’ufficio, punito dall’art. 323 del codice penale con la reclusione da sei mesi a tre anni), quali spese di pubblicità avrei risparmiato approfittando del Comune. Attendo sue delucidazioni in proposito.
  6. Vede, Consigliere Niccolai, forse è proprio lo stile e l’eleganza che ci fa differenti; non basta indossare giacca e cravatta per essere eleganti; io – come è noto – non indosso normalmente alcuna cravatta e nello svolgimento del mio lavoro sono orgoglioso di non indossare giacche di alcun colore politico, ma ritengo di avere un certo stile ed una discreta e non sbandierata eleganza dal punto di vista etico, non foss’altro perché, prima di accusare la gente di fatti gravi e penalmente rilevanti, cerco di essere sicuro di quel che dico e di verificare la fondatezza della asserzioni. E soprattutto, il mio stile di etica mi impone – tutte le volte che ritengo di ravvisare reati commessi da qualcuno – di rivolgermi direttamente all’autorità giudiziaria competente e non di diffamare lanciando sassi alla pubblica opinione. In sostanza, la invito a segnalare il mio reato alla magistratura penale o, in alternativa, a correggere la sua infamante accusa con lo stesso mezzo col quale l’ha lanciata. Tertium non datur, a meno che non si voglia davvero dare l’idea che si tratti di “chiacchiere da bar”, le quali no sarebbero consentite a chi ricopre un ruolo pubblico istituzionale.
  7. Non voglio neanche entrare nel merito dei suoi denigranti e offensivi commenti a proposito della mia scrivania che – a suo dire – sarebbe priva anche di un solo foglio di carta, assolutamente spoglia come la “pista di Peretola”, lasciando intendere al pubblico che io non lavori affatto e non produca per guadagnarmi lo stipendio. A parte il fatto che ciò che lei asserisce è assolutamente falso (e di ciò possono darne conferma tutti i consiglieri e assessori, nonché tutti i cittadini e dipendenti che quotidianamente accedono al mio ufficio), credo che lei confonda operosità con confusione. Io credo che avere una scrivania ordinata sia anche indice di un certo equilibrio mentale e professionale; non amo lasciare le pratiche a giacere per mesi e, per rispetto dei miei concittadini (che sono i miei veri datori di lavoro) cerco di fare il possibile per dare risposte veloci ed eliminare le giacenze sulla scrivania, almeno quando le circostanze oggettive ed i tempi della burocrazia lo consentono. Quindi, equilibrio mentale e professionale che altri, invece, probabilmente non hanno, a prescindere dal modo (ordinato o caotico) in cui tengono la scrivania; l’equilibrio mentale lo si dimostra con le azioni concrete e non credo che l’invettiva malevola, l’offesa dissacrante o le accuse denigratorie testimonino la sussistenza di tale equilibrio.
  8. Leggo, inoltre, nel suo blog che alcuni dipendenti comunali dell’ufficio tecnico (di cui lei cita il cognome) giocherebbero allo “scaricabarile”, rimbalzando i cittadini da un ufficio all’altro, fino a farli arrivare, in taluni casi, all’ufficio del Segretario (eh si, proprio quello dalla “scrivania­Peretola”) per non concludere nulla. Leggo anche che un’altra lavoratrice del Comune viene nel suo blog accusata velatamente di ostacolare l’accesso dei cittadini a colloqui col Sindaco, quando invece la stessa svolge il suo lavoro con coscienziosità, zelo e professionalità. Ebbene, Consigliere Niccolai, non è mio compito né mia intenzione darle la “lezioncina morale o politico­istituzionale” sui diritti e doveri dei consiglieri comunali; ma lei (vista l’età e l’esperienza) dovrebbe saper bene che se si ricopre un ruolo istituzionale come il suo si ha il diritto sacrosanto di vigilare ma anche il dovere di denunciare – e nelle sedi competenti, amministrative o giudiziarie – fatti ben precisi e circostanziati. Bisogna assumersi l’onere e la responsabilità delle proprie azioni! Non credo facciano bene alle Istituzioni (nella fattispecie quelle comunali) l’invettiva, l’accusa generica resa di pubblico dominio, la creazione di un clima di sospetto pubblico e diffuso alimentando le – purtroppo già esistenti – dicerie da bar dello sport a proposito dei lavoratori comunali. Un Consigliere comunale – come e più di ogni altro normale cittadino – ha strumenti efficaci per vigilare, verificare, censurare; utilizzi lei come meglio crede questi strumenti, a seconda della sua sensibilità politica, culturale ed istituzionale. Ovviamente, lei è libero di “fare politica” come meglio le aggrada, di condurre la sua azione nei confronti dei suoi avversari politici come ritiene più opportuno; ma una cosa non posso consentirle nel mio ruolo istituzionale di Segretario Generale: che i miei collaboratori tecnici vengano coinvolti e strumentalizzati in un confronto­dibattito di natura politica; non posso permettere il “gettare fango” e creare sospetti di illiceità sopra i miei collaboratori, sopra la struttura tecnica comunale globalmente intesa. In tal caso sarebbe mio dovere intervenire – ricorrendo alle autorità competenti – per ripristinare la verità e l’oggettività dei fatti. Sono ben consapevole che né io né la mia struttura tecnica siamo perfetti: sbagliamo come sbagliano tutti gli uomini e donne, errori possono essere compiuti come per qualunque essere umano in buona fede, mancanze possono verificarsi, ma sicuramente non esiste il clima di menefreghismo ed inefficienza assoluti che dal suo blog sembrerebbe emergere, non so se in buona o cattiva fede.
  9. Anzi, posso confermarle che molti suoi colleghi Consiglieri ed in più occasioni sia ufficiali che informali hanno espresso vivo apprezzamento e sincera stima per la struttura nel suo complesso e per singoli lavoratori e servizi; e ciò da parte di Consiglieri di ogni schieramento, sia di maggioranza che di minoranza. Da parte di nessuno – a parte lei – mi sono pervenute, invece, accuse generiche e vaghe, che offendono ed umiliano i lavoratori; pervengono solo – e correttamente! – richieste di chiarimenti precise e circostanziate su singoli episodi o pratiche e per ben precisi dipendenti, chiedendomi di chiarire o di intervenire.
  10. Già altre volte, Consigliere Niccolai, sono stato costretto ad intervenire per tutelare la dignità professionale e morale mia e dei miei collaboratori a fronte di sue dichiarazioni o prese di posizione lesive dell’onore dei lavoratori comunali; purtroppo, devo constatare che, dopo un periodo di relativo ripristino delle regole e di rispetto dei lavoratori comunali, l’azione denigratoria e di avvelenamento sta riprendendo il suo corso.
  11. Ed allora – e mi scusi la fermezza – devo comunicarle che, qualora l’onorabilità e la dignità mia e dei lavoratori comunali dovesse essere ancora infamata ed infangata con accuse generiche ed invettive infondate, non ricorrerò nuovamente all’invito per lettera ma mi troverò costretto a risolvere la questione nelle aule del Tribunale, come si conviene a cittadini e lavoratori seri e sicuri (pur consci delle proprie debolezze e manchevolezze umane) di agire in perfetta buona fede per il bene della collettività quarratina.
  12. Invio la presente, per conoscenza, anche agli altri destinatari perché ritengo mio dovere fare in modo che la difesa dei lavoratori onesti della struttura comunale venga resa nota a tutti i soggetti istituzionali dell’Ente, ognuno dei quali potrà, così, formulare le considerazioni ed assumere le posizioni che ritiene più opportune, sentendo le classiche “due campane”.
  13. Saluti sinceri.
Il Segretario Generale
Dr. Giuseppe Aronica

E RISPOSTA…

  1. Buongiorno, Segretario Generale del Comune di Quarrata Giuseppe Aronica.
  2. No: noi non lo sappiamo che lei non è uso andare a leggere gli innumerevoli blog che circolano nel mondo web, perché oberato di impegni e di lavoro; ma la ringraziamo assai di avercelo reso noto con una chiarezza supportata dalla rassicurante asserzione che in comune “voi lavorate” – quasi come se non faceste il puro obbligo del vostro dovere, ma foste (come dire?) dei benemeriti dell’umanità alla quale concedete le vostre auguste presenza ed opera, per ciò meritando la canonizzazione. E tuttavia siamo assolutamente confortati dal fatto che lei si affretti a negare – sùbito dopo aver parlato di blog-spazzatura – che noi facciamo parte di quei «luoghi dove si infama la gente con accuse infondate, come in una sorta di ‘taverna virtuale’» sostenendo (sue testuali parole) «Non voglio certo riferirmi al suo blog – sul quale non voglio né posso esprimere alcun giudizio di merito (ndr: e perché mai?), almeno in questa mia veste istituzionale». Alla prossima ci usi la cortesia di farci gentilmente sapere in che veste intende esprimersi, per chiarezza delle reciproche posizioni. Ad ogni modo, date queste premesse, per così dire ‘scriminanti’ e salvifiche, nella sua veste istituzionale lei non si avvede di entrare immediatamente in contraddizione con quanto asserisce nel secondo capoverso: e questo – ci consenta di esprimere una libera opinione ex art. 21 della Costituzione – non è in perfetta sintonia con le sue analisi pseudogiuridiche se, come lei ci insegna, lo ius è, in prima istanza, pura logica sia in sede di deduzione che in sede di argomentazione.
  3. Apprezziamo vivamente il suo sforzo «deontologicamente doveroso» di constatare di persona cosa dicevamo, ma
  4. dunque: se noi non facciamo parte dei blog di «stile qualunquista, denigratorio e – spesso – volgare e ciarlatano» che «invece che essere un valido strumento di comunicazione e di condivisione interpersonale spesso si trasformano in luoghi dove si infama la gente con accuse infondate», com’è mai possibile che ciò che lei ha letto nel nostro blog la abbia «lasciato sbalordito, a causa delle offese gratuite e prive di fondamento sulla mia persona (sia nella mia veste istituzionale che in quella personale) e su vari lavoratori del Comune di Quarrata»? Dica, Direttore: non le sembra che ciò cada in contraddizione radicale con la sua precedente affermazione che ci “liberava dal peccato e ci rendeva sicuri da ogni turbamento”? È troppo, dunque, chiederle di serbare un assoluto rigore logico, sotto questo profilo? Ed è troppo domandarle di definirci, una volta per tutte e senza giochi di parole né ambiguità, «o no spazzatura», proponendoci, con serie e inoppugnabili argomentazioni, e non con semplici asserzioni, una lista precisa delle offese gratuite di cui la avremmo gratificata, evitando accuratamente di attribuirci il fatto specifico di averla offesa, con ciò rischiando di concretare l’ipotesi di cui all’art. 595, co. 2, c.p.? Ma andiamo oltre al capoverso
  5. ove lei scrive «lei, in sostanza, asserisce che io “reclamizzo, pubblicizzo e propongo” i miei libri e “adopero il mezzo pubblico per evitare di pagare la pubblicità”; ebbene, le chiedo di spiegarmi a quali azioni di pubblicità lei si riferisca, quale mezzo pubblico avrei utilizzato per miei fini personali ottenendone un ingiusto vantaggio patrimoniale (concretizzando il reato di abuso d’ufficio, punito dall’art. 323 del codice penale con la reclusione da sei mesi a tre anni), quali spese di pubblicità avrei risparmiato approfittando del Comune»: ehi, ehi, ehi, stop! Andiamoci piano con quel «lei, in sostanza, asserisce»; non è assolutamente automatico né scontato il saltare alle conclusioni come sta facendo lei, signor Segretario Generale Giuseppe Aronica. Se avesse adoperato – come scrive estesamente con il ben preciso fine di creare fumus persecutionis onde accreditare una sua immagine di perseguitato – mezzi pubblici per fini personali, non avremmo avuto bisogno del suo fruibile consiglio di passare il tutto all’autorità deputata: sappiamo bene cosa sia un abuso d’ufficio ex art. 323 c.p. Ma ci permetta di rilevare, nella assoluta libertà per ora ancora garantitaci dall’art. 21 della Costituzione, che non è affatto – come sostiene lei inneggiando al suo style – ‘bello’ che il Segretario Generale di Quarrata scriva libri sulla sicurezza nei cantieri degli enti pubblici e li faccia reclamizzare dalla stampa (blog di Andrea Balli: ‘servizio pubblico’, si insiste molto spesso da parte di quella parte politica di cui lei, volente o nolente, indossa comunque se non la giacca almeno il maglione-girocollo, dato che è stato scelto dal Sindaco e serve la nostra comunità in nomine Sabrinae), quando i suoi subalterni, responsabili di specifici servizi, non hanno ‘messo in sicurezza’ (orribile espressione amministrativese) più luoghi pubblici rimasti per mesi e mesi in stato di discarica: fatto, questo, da noi denunciato più volte e pubblicamente ammesso dallo stesso assessore Mazzanti attraverso TVL, se non anche altro; ignorato dall’amministrazione e da chi, come lei, aveva il non-sindacabile dovere di vigilare e adottare i provvedimenti del caso – e senza doversi scervellare, dato che certe problematiche sono espressamente previste, se non altro, dal DPR 3/57, tuttora in vigore, di cui pare, però, che codesto ufficio abbia dimenticato le tracce (o è una offesa anche scrivere questo?). Va bene essere comprensivi con chi sbaglia, ma dove va a finire la cura dell’optimus pater familias in chi sbaglia e in chi, dopo diversi fatti, diverse segnalazioni, diverse sollecitazioni, niente vede o sente e non si assume alcuna responsabilità? Perché il cittadino deve pagare la multa e la contravvenzione e il pubblico dipendente non paga mai? Le è chiara la domanda nella sua veste istituzionale di custos custodum, custode dei suoi subalterni? E possiamo serenamente passare al capoverso
  6. con il quale, Signor Segretario Generale del Comune di Quarrata Giuseppe Aronica, davvero lei supera se stesso in politezza e cultura, degne, certo, di miglior causa, e nelle quali mancano solo preziose citazioni da Armani, Rocco Barocco, Benetton e quant’altro lei desideri. Diavolo! Dalle offese di cui lei si sente vittima, e che sembrano dover essere lavate solo con il sangue, ecco che, maravigliosamente (per fare onore alla sua terra con dotta citazione tratta da Iacopo da Lentini) si passa a una lezione di stile. Lei scrive «non basta indossare giacca e cravatta per essere eleganti; io – come è noto – non indosso normalmente alcuna cravatta e nello svolgimento del mio lavoro sono orgoglioso di non indossare giacche di alcun colore politico, ma ritengo di avere un certo stile ed una discreta e non sbandierata eleganza dal punto di vista etico, non foss’altro perché, prima di accusare la gente di fatti gravi e penalmente rilevanti (ndr: scusi ma… chi lo ha fatto?), cerco di essere sicuro di quel che dico e di verificare la fondatezza delle asserzioni». Oh, stupore! Restiamo a bocca aperta dopo sì luculenta metaforica allegoria! Lo sappiamo anche noi che l’abito non fa il monaco; ma è ancor vero che un monaco senza l’abito non è monaco. Lei confonde i termini della questione perché, còlto sul punctum dolens, ha palesato (trendy!) la reazione di chi, sotto il trapano del dentista schizza sulla poltrona quando la mola, che gira vorticosamente, sfiora una microscopica terminazione nervosa scoperta (non siamo bravi anche noi a scrivere metaforiche allegorie?). Lei sbaglia – e chiama accusa perché questo è il suo interesse – una semplice, se pur fastidiosissima, osservazione sulla inopportunità di scrivere interi trattati di giurisperizia smentiti, nei fatti, dall’incuria nell’osservare il terreno intorno ai propri piedi. Con un’altra luculenta allegorica metafora, potremmo quasi dire che la sua figura di Direttore dell’intera struttura amministrativa comunale ci appare debole come fragile ci apparirebbe la figura di un venditore di bidoni-aspiratutto che abbia la sua casa piena di polvere, sabbia, terra nonché peli di cane e di gatto ed infiniti eserciti di invisibili àcari: e veda bene di non offendersi anche di questo che è un semplice esempio di carattere icastico (cioè una immagine) per indicare una posizione sostanzialmente poco robusta e sostenibile; è una pura espressione di opinione, anche se può non piacerle. Sul punto di vista che la sua etica le impone di rivolgersi all’autorità giudiziaria ogni volta che intravede o ravvisi «reati commessi da qualcuno», essa resta una sua personale opinione che non ci sfiora neppure: non abbiamo mai parlato di reati, perciò ogni commento in merito sarebbe, oltreché del tutto improprio, assolutamente inopportuno: non ci chieda di essere segnalato alla magistratura, né tantomeno di correggere – come lei scrive – la nostra «infamante accusa», perché questa è una sua pia impressione destituita di ogni ragionevole e logico fondamento. Quanto poi al successivo paragrafo
  7. ove lei parla di «denigranti e offensivi commenti» a proposito della sua scrivania «spoglia come la “pista di Peretola”», suvvia, cerchi di saper sorridere e mostri, santo diavolone (ancora in onore alla sua terra e al Verga), un po’ di senso dell’umorismo! Al paragrafo 6 lei strilla affermando che «nello svolgimento del mio lavoro sono orgoglioso di non indossare giacche di alcun colore politico», mentre qua ci cade nel vizio tipico di certa parte politica che ha fatto della serietà una vera e propria seriosità impiombata persino presa di mira dai libri di Guareschi? Vuole confondersi, solo per una innocente e graffiante battuta, con la schiera indistinta di quelli che venivano definiti diversi perché di fatto erano trinariciuti? Impari a ridere, Dottore carissimo! Vuole farci credere che a lei non piace il comico e quanto può derivarne di bene anche in relazione al famoso modo di dire ridete e starete sani? Via… siamo uomini di mondo… abbiamo fatto – come il grande Totò – il militare a Cuneo! E poi, se come lei dice, la pista di Peretola indica ordine mentale, complimenti, allora, a lei che riesce – pur con tante preoccupazioni per la testa – a tenere la sua scrivania liscia e rasata come le gote bianco-vermiglie di Angelica principessa del Catai nell’Orlando furioso! Ma ci chiarisca, piuttosto, questo concetto: se i nostri sono «denigranti e offensivi commenti», di quale schiera di blog facciamo parte, di quelli ON oppure di quelli OFF? A tratti, purtroppo, non abbiamo ben chiaro se lei abbia ben chiaro il concetto di coerenza e coesione logica; cosa che accade anche al punto
  8. quando lei parla e ci accusa di accusare «alcuni dipendenti comunali dell’ufficio tecnico» perché «giocherebbero allo “scaricabarile”, rimbalzando i cittadini da un ufficio all’altro, fino a farli arrivare, in taluni casi, all’ufficio del Segretario». Vede, egregio Segretario Generale nonché Direttore Giuseppe Aronica? Questo non lo diciamo noi e lei – non molto lucido sotto il profilo argomentativo (ma la capiamo e… la perdoniamo: è troppo teso) – attribuisce a noi quello che in realtà hanno detto i genitori della scuola elementare di Catena direttamente sul pezzo maneggiato da Giancarlo Zampini su La Nazione del 24 ottobre. Se vuole, possiamo fornirle l’immagine del testo, così potrà esercitarsi a leggerlo con la dovuta attenzione. Quanto poi al passaggio «Leggo anche che un’altra lavoratrice del Comune viene nel suo blog accusata velatamente di ostacolare l’accesso dei cittadini a colloqui col Sindaco, quando invece la stessa svolge il suo lavoro con coscienziosità, zelo e professionalità», mi permetta di non pensarla affatto come lei che – senz’altro impegnatissimo a seguire il suo ininterrotto lavoro e i suoi infiniti impegni professionali – non potrà certo controllare step by step l’opera di un singolo: ed è notorio, egregio Segretario, che il nostro Sindaco è il più lungo della Provincia (sembra messo peggio di un ministro, a sentir parlare del suo insostenibile ritmo di impegni, poverina!) a ricevere i cittadini che lo hanno eletto; per cui, lei che è uomo non-di-parte, ci lasci anche pensare un po’ male alla Andreotti: tanto il peccato lo facciamo noi – come diceva il vecchio –, ma spesso ci si picchia. Procedendo ancora, ecco una cosa che ci piace molto e che condividiamo pienamente: «Bisogna assumersi l’onere e la responsabilità delle proprie azioni!». E a tal proposito voglia gentilmente risponderci su quali provvedimenti ha in animo di assumere sul fatto che l’architetto Bellomo ha lasciato incancrenire diverse discariche sul suolo pubblico; e su quali intende assumere riguardo alla circostanza che il quadro elettrico di Something happened non è assolutamente a norma di sicurezza pur essendo su un cantiere comunale (non ha scritto un manuale su questo?); e su quali ancora per il fatto, conclamato e denunciato dal nostro blog, che il depuratore di Valenzatico scarichi liquami in fossi all’aria aperta: cominci ad assumersi le sue, di responsabilità, in questo senso, e a comunicarle pubblicamente, in ossequio al principio della pubblicità degli atti della Pubblica Amministrazione. Sul versante, poi, di come e in cosa e quando dobbiamo agire noi, si astenga, please, molto opportunamente, dal suggerirci le vie che, in primo luogo, in un Paese davvero democratico come quello in cui governa Obama – così caro al Sindaco e alla sua parte –, sono demandate alla pubblicità e alla stampa, della cui libera autonomia noi, con il nostro coraggio e impegno civico, crediamo di poterci sentire molto più sostenitori dei legittimi detentori di tal diritto, cioè a dire gli organi di informazione locale. Gli elogi al lavoro di molti dipendenti comunali non mancano, certo, e neanche da parte nostra: perché quello che abbiamo detto investe i nomi e i fatti ben precisi e circostanziati. È inutile, come lei sostiene al capoverso
  9. sperticarsi in lodi del loro operato; sostenere che consiglieri di ogni parte politica lo hanno riconosciuto che i dipendenti sono dei bravi lavoratori. Non è materia del contendere e non abbiamo intenzione di scendere in questo arengo a questi livelli così falsanti, depistanti e populisti, dei quali crediamo (né può impedircelo) che lei si serva per – come dire in metafora? – sobillare la plebe, subornarla e scagliarcela contro. Più vero è, se mai, che forse lei, Segretario e Direttore Generale Aronica, ha delle soglie di percezione molto più basse di quanto sia auspicabile per un Direttore Generale: ma ciò va forse compreso e scusato dato che un Segretario che svolge tale funzione, prima di essere manager, nasce come dipendente pubblico dopo avere vinto uno o due concorsi ministeriali – e, mi raccomando, non lo scambi per una nuova offesa: è solo una pura costatazione di fatto. Come lei dice nel capoverso
  10. altre volte è successo che fra noi siamo entrati in rotta di collisione. Se credeva che dopo un periodo di relativa calma il problema fosse risolto, spiace dirle che questo era solo un suo punto di vista: abbiamo molte opinioni da esternare e le esterneremo, nella più limpida chiarezza e nella più determinata e assoluta libertà – possa o non possa piacere, a lei o alla nostra Prima Cittadina. Per cui, respingendo con la massima fermezza quello che lei sottolinea al capoverso
  11. e cioè che noi infanghiamo la gente con accuse e invettive; respingendo le sue capziose, aberranti e depistanti considerazioni presentate non in forma argomentata, ma sotto specie di rispettabili – ma non in toto, né condivisibili – opinioni, ribadiamo qui il principio fondante democratico (per lo più ignorato dalla sua amministrazione comunale) che ci riteniamo liberi di osservare, vedere, criticare e stigmatizzare ciò che ci sembra che non sia in sintonia con le regole, le norme e le consuetudini del retto amministrare la cosa pubblica nell’interesse pubblico. E questo a prescindere da qualsiasi minaccia possa esserci prospettata perché siamo convinti, in assoluta buonafede, di fare un’opera doverosa e davvero meritoria a tutela e difesa dei nostri concittadini. Nel successivo punto
  12. lei spiega il perché abbia spedito la sua missiva a tutto l’universo comunale. Apprezziamo sinceramente questo suo voler estendere il dibattito oltre i confini del monologo, dato che, finora, nessuno – e lei sa cosa significa questo termine – di tanti paladini e di tanti don Chisciotte del bene e dell’interesse comune, ha mai aperto bocca e pronunciata una sillaba a risposta delle nostre domande. Come vede abbiamo almeno ottenuto un piccolissimo, ma davvero significativo risultato, che auspichiamo possa estendersi ed essere preso e sviluppato come fulgido esempio anche dagli amministratori – Sindaco in testa – i quali, pur nella tempesta di eventi preoccupanti come l’arresto dell’architetto Bartoloni, e pur sollecitati da richieste ufficiali, continuano ancora a preferire il silenzio a una di quelle assunzioni di responsabilità di cui lei si professa sostenitore. C’è da augurarsi davvero che si giunga al suono, come lei dice, delle «due campane». Anzi: ne siamo talmente convinti, che chiudiamo questo estenuante (e ci perdonino i lettori) intervento con una bella citazione nota a tutti gli anziani, ma forse non ai giovani della generazione della promozione storica di marca sinistro-berlingueriana: «Continueremo a dire quello che pensiamo nella più ampia libertà di spirito e se poi lei vorrà suonare le sue trombe, noi suoneremo le nostre campane» (suggeriamo di usare Internet, perché, come lei dice, colà si trova di tutto). E per concludere davvero,
  13. saluti sinceri a lei!

Consigliere
Mario Niccolai

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8 commenti:

pfortunati@gmail.com ha detto...

ahahahahahahahahahahahahahahahah avevano voglia di farsi due risate o di pigliarsi un cencio molle in faccia? la seconda ipotesi è quella che si è sicuramente verificata :-))

Anonimo ha detto...

Bisogna che la facciano finita di fare come gli pare e di non rendere mai conto di nulla questi caproni.

Anonimo ha detto...

sono un elettore di centro destra e credo, consigliere Niccolai, che lei sia un imbecille.
Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

io sono davvero un elettore di centrodestra e per questo non credo affatto che l'anonimo che mi precede dica la verità per due motivi:
1. da del lei al Niccolai;
2. da dell'imbecille con un astio che pare un gran raglio di ciuco.
questo anonimo ha proprio tutti i sintomi di essere un malato di sinistra dove quando mancano i mezzi la risposta è l'insulto, che però non è mai 'becero' come l'osservazioni contro la loro gente.
avanti tutta. :-)) :-D!!!

Anonimo ha detto...

sono un elettore di centrodestra: sa cosa le dico Niccolai? Che sono orgoglioso di averla votata...perchè lei è una persona perbene, seria, non ammanicato ai poteri forti e che dice le cose come stanno...e la verità si sa...fa male! Viva l'onestà! Ed avanti Niccolai!

Anonimo ha detto...

ma alla settimana della legalità parla anche il dottor Aronica?

Anonimo ha detto...

Io, della risposta, non ho capito niente. Salvo che mario glissa sulla parte "tribunale".

Anonimo ha detto...

grande mario sei il numero uno