giovedì 22 ottobre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: DI CHE MORTE DOVREMO MORIRE?


Domenica scorsa, su La Nazione, Paolo Magli ci dava il buona domenica con un corsivo in cui esaminava il problema delle aziende compartecipate.
In precedenza anche noi, su questa stessa colonna – che, stando a vari commenti che ci giungono, sembra essere l’unica vera cronaca dell’area quarratina – ci eravamo occupati di questo problema. Ma per non voler fare i primi dalla classe ad ogni costo, come spesso accade oggi nel campo mediatico e dell’informazione, ce ne eravamo occupati e ne avevamo scritto dopo che Alessandro Romiti (una vedetta dei problemi della salute della Piana, un vero paladino-pioniere sotto questo profilo) ci aveva segnalato il video che invitiamo i nostri lettori a guardare dall’inizio alla fine e a meditare con grandissima attenzione e seria ponderazione: http://www.youtube.com/watch?v=tuyBfDkIpqs
Di che morte dovremo morire, allora? Senz’altro di morte politica, per le enormi responsabilità di chi dovrebbe rappresentarci e non lo fa, non solo perché le compartecipate hanno preso troppo piede, come sostiene Magli, ma anche perché i neopolitici – come avevamo scritto – sono tutti figli dell’aziendalismo più sfrenato; e non solo in virtù della febbre della finanza scaturita anche da una destra che sempre ha guardato dalla parte del profitto, ma molto più – da dopo la incredibile e triste evoluzione del partito comunista – per la febbre dell’oro che, dal governo D’Alema in poi, ha caratterizzato la sinistra in Italia, con qualche rado caso di regresso vetero allorquando l’illuminato Padoa-Schioppa ha deciso di sanare i conti pubblici tirando legnate alla gente in termini del ti-tasso-anche-l’aria-che-respiri (compresa quella degli inceneritori).
È vero, come dice Magli, che le compartecipate sono fuori-controllo: ma lo sono molto più grazie a quest’ultima mandata di baby-politici: la Fratoni o la Sabrina Sergio Gori hanno tutti i tratti caratteristici del bamboccione ottimista serafico e ispirato con sentori di Hello Kitty che s’affaccia fiduciosa al mondo e scopre che il domani è qui o che saluta le cicogne d’Italia che bombardano di neonati in un posto dove si vive bene come Quarrata. E a conferma di questo basta fare anche un semplice giro turistico su certi blog che hanno il lieve e intrigante odore di naftalina da piccole donne (anche se poi con la grinta dei mastini del KGB, ma ciò viene fuori alla distanza).
La tragedia italiana si è consumata con la riforma della legge elettorale prima, e con quella delle cariche istituzionali come il sindaco poi. Una aberrazione del genere ha permesso, a personalità come quelle della Signora Sabrina, di trovarsi a mettere le mani in pasta in un potere assoluto che può essere gestito con l’arroganza che le è propria e che lei, da santa qual è, rimprovera a Silvio, il cattivo prostatico che satireggia le donnine (esclusa Santa Rosa – non la marmellata, ovviamente).
Pensate che, con questa riforma del Sindaco-forte o Sindaco-Principe o Sindaco-padrone di una Villa Medicea, il 60% dei Quarratini sta sotto al 40% che ha vinto la seggiola di sindaco (poltrona è dir troppo, per un Sindaco della modestia della SSG).
Ciò non sarebbe successo con le vecchie norme, con quel proporzionale che dava più instabilità, ma garantiva molta più democrazia, controllo e rispetto del cittadino, che ora, invece, deve presentarsi dal Sindaco (quando lo riceve…) con il cappello in mano come un Renzo dal dottor Azzecca-garbugli.
Siamo morti di quella riforma dopo lo squartamento della prima repubblica per mano di Antonino Pietrino, il politico che non finisce un discorso di quelli che inizia e non ricorda neppure dove e quando e con chi si è laureato (buon per Donadi che ci crede). E ora moriamo per i seguaci di questo proficuo nuovo corso, tra le mani gentili di Signore che ci fanno coraggio e ci assicurano che non ci sono rischi nell’aria che respiriamo, che l’inceneritore non è pericoloso, anzi, è come un di quegli attrezzi malefici/benefici che si prendevano a nolo in farmacia un tempo: cioè un inalatore.
Il sudiciume che esce di lì? Non è sudiciume, tranquilli! È solo un concentrato di antibiotici che schianteranno tutti i germi patogeni che abbiamo addosso (mandandoci ovviamente al Creatore).

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